«Abbiamo perplessità sulla trattativa in corso tra Governo e Arcelor Mittal». È quanto dichiara il segretario provinciale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo, alla luce delle ultime notizie. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, ha annunciato che l’azienda pubblica entrerà nel capitale di ArcelorMittal Italia inizialmente con una quota del 50%, poi nel giugno 2022 salirà al 60%. La stipula dell’accordo di coinvestimento è slittata all’11 dicembre.Intanto Casartigiani Taranto esprime forte preoccupazione per il negoziato ancora poco chiaro. «Premesso che i dettagli dell’accordo tra Governo- Invitalia e Arcelor Mittal non sono noti evidenziamo dubbi e timori relativamente al piano di ambientalizzazione. – dichiara Casatronuovo – Non vi è poi alcuna rassicurazione sulla salvaguardia della salute, nè si conosce il piano industriale e che tipo di rapporto si continuerà ad avere con l’indotto».Sono dunque diverse le incognite che ancora gravano sulla vertenza ex Ilva. «Vogliamo ricordare che continuiamo a registrare il mancato pagamento dei fornitori dell’indotto a tutti i livelli ma in special modo delle piccole aziende e del sub-appalto. I lavoratori lamentano ancora oggi gravi inadempienze da parte della multinazionale. – fa presente ancora Castronuovo – La situazione, come abbiamo denunciato più volte, è critica. Allo stato attuale le fatture pagate sono ferme ad agosto. La paura delle aziende, che sono già in grave sofferenza economica, è quella di non ottenere i dovuti ristori, come del resto è già accaduto in passato».Il fatto poi che Taranto sia stata esclusa dalla trattativa mortifica un’intera comunità ed evidenzia una palese mancanza di rispetto da parte del Governo. «Bene ha fatto il Sindaco Melucci a coinvolgere le associazioni del territorio e a convocare un ciclo di incontri per affrontare con la cittadinanza la situazione dell’ex Ilva. Riteniamo necessario un immediato coinvolgimento del territorio a tutti i livelli comprese le imprese, – conclude il segretario provinciale di Casartigiani – per ridisegnare il futuro di Taranto e investire su un nuovo modello di sviluppo che punti ad una progressiva transizione ecologica ed economica».