È giunta al capolinea la vicenda dell’uscita del Comune di Taranto dal Consorzio Trasporti Pubblici. Una società a capitale pubblico di proprietà della maggior parte dei comuni della nostra provincia che gestisce il trasporto locale collegando il territorio per le necessità sociali e di sviluppo economico delle comunità della provincia di Taranto. Il comune di Taranto, pertanto, non finanzierà più questa società che consente ai nostri concittadini di raggiungere le località della provincia e viceversa. Il sindaco Melucci lascerà questo onere tutto sulle spalle dei comuni della provincia, come se concorrere alla mobilità di un territorio non rientri tra le opportunità che un capoluogo deve finanziare per riaffermare la propria centralità sulla vita dell’intero territorio. Una scelta che nasce da una posizione assunta da Melucci il quale, in fase di determinazione degli assetti societari, aveva annunciato l’abbandono del consorzio, affermando di non poter incidere sulle scelte della società. Evidentemente Melucci voleva comandare anche all’interno del Ctp e, non riuscendoci, ha percorso la via della rivalsa. Una recriminazione quella del sindaco Melucci oltretutto fuori luogo, in quanto la partecipazione societaria del comune di Taranto era solo del 6% e di certo, con una partecipazione così minoritaria, non si può pretendere di determinare le scelte strategiche di una società o di nominarne gli amministratori. L’epilogo si è consumato questa mattina in consiglio comunale con l’approvazione della delibera di alienazione delle quote societarie. Un provvedimento avverso alla collaborazione tra i comuni di tutta la provincia che, invece, consente di garantire a tutti i nostri conterranei servizi essenziali come, in questo caso, il trasporto pubblico extraurbano. Una decisione talmente inopportuna e precostituita, visto che il comune di Taranto avrebbe dovuto addirittura acquisire più quote per esercitare maggiore controllo sulla società, che il sindaco ha fatto approvare a maggioranza l’atto deliberativo con il numero minimo di consiglieri necessari. Sottrarsi a partecipare ai costi della mobilità dei propri concittadini verso l’intera provincia per ragioni politiche è stata una scelta sbagliata che neanche i consiglieri di maggioranza che sostengono Melucci hanno apprezzato. Alcuni di loro, infatti, come noi dell’opposizione, non essendo favorevoli non hanno partecipato alla votazione per cercare di non far raggiungere il numero legale previsto per l’approvazione del provvedimento.