Legittime, giuste e pienamente condivisibili le motivazioni alla base della manifestazione tenutasi ieri in centro a Taranto. Almeno quelle erano le intenzioni, considerato che è stata disattesa ogni norma anti covid, e si è passati da una giusta manifestazione di protesta dei commercianti costretti alla chiusura, a comizi deliranti di pseudo scienziati che “ci vogliono chiudere, ma il covid non esiste”.
La manifestazione ha registrato una importante risposta in termini di partecipazione, la stessa che sarebbe stata gradita quando si manifestava per la chiusura delle fonti inquinanti o quando Taranto ha davvero avuto la possibilità di cambiare le sue sorti con un referendum. Lì, in quel caso, si è preferito autoimporsi un lockdown mentale restando a casa.
Le foto e i video che circolano sul web parlano da sole. Distanze di sicurezza inesistenti, mascherine poche, molte abbassate con il naso scoperto, altre inesistenti perché “business della dittatura sanitaria”.
Un teatro tragicomico in preda all’irresponsabilità e alla superficialità che ha, di fatto, minimizzato e oscurato le nobili ragioni iniziali alla base della protesta: ovvero la chiusura.
Nessuno vuole una chiusura totale. Il provvedimento adottato per bar e ristoranti costretti a terminare la propria giornata alle 18.00, è assurdo e inutile se si considera che i pranzi sono consentiti. Il virus non ha preferenze tra pranzo e cena per contagiare. E adesso, stando ad alcuni commenti apparsi sui social, l’assembramento creatosi ieri sera ha insinuato in molti il dubbio, tant’è che in un commento si legge: “Se prima pensavo di recarmi in ristorante a pranzo, adesso non farò neanche più quello!”.
Dunque, ammessa l’assurdità del provvedimento ai danni dei ristoratori, un ulteriore danno lo ha cagionato la mancanza di responsabilità a cui abbiamo assistito. Non è accettabile scendere in centinaia in piazza (molti giovanissimi e sicuramente non imprenditori), senza alcun minimo distanziamento e applaudire il premio Nobel per la scienza che ritiene il virus “una mosca davanti a una galleria”.
Non essere d’accordo con un provvedimento del Governo (assurdo anche a nostro avviso) non deve portarci ad abbassare la guardia, soprattutto se consideriamo che Taranto è una città con alto numero di pazienti oncologici, soggetti vulnerabili ed esposti a maggior rischio. Ma non solo, c’è anche la popolazione anziana da salvaguardare, perché avere 70 anni non significa che tanto puoi morire.
Sarebbe bastato mettere in pratica un concetto semplice, ieri sera: il rispetto.
Rispetto verso chi è malato e teme il contagio; rispetto per chi purtroppo è morto a causa del Covid; rispetto per chi è positivo, per chi è stato intubato. Per i Medici (volutamente con M maiuscola) e gli infermieri che hanno rinunciato alla propria vita per prendersi cura di chi si è ammalato e per quanti di loro la vita l’hanno persa a causa del Covid.
Altro che immunità di gregge. Sembra più un gregge di convinti immuni!