«Assistiamo ad una grave discriminazione da parte delle amministrazioni comunali nei confronti delle attività di commercio alimenti tramite sistemi automatizzati». È la denuncia del segretario provinciale di Casartigiani Stefano Castronuovo e del coordinatore della categoria Fabrizio Camera.Il settore del commercio per mezzo di distributori automatici (Ateco 47.99.20) è infatti interessato da misure restrittive, sebbene nell’ultimo Dpcm del 25 ottobre 2020 non vi siano limitazioni per il settore la cui attività rientra tra quelle ritenute essenziali per la tipologia di prodotti venduti (beni di prima necessità e prodotti di igiene). «Eppure la nostra categoria, già penalizzata dal primo lockdown di marzo, è quello più colpito dalle Ordinanze Sindacali senza che ci sia un valido motivo. – fa presente Camera – Vogliamo far notare che all’interno dei cosiddetti H24 il rischio di contagio è molto basso in quanto la vendita dei prodotti avviene tramite automazione e, a differenza delle attività di commercio alimenti ordinaria, non è prevista la presenza di personale dipendente». Casartigiani ritiene pertanto ingiustificate le ordinanze emesse dai singoli Comuni, non solo della provincia di Taranto, ma emesse sull’intero territorio regionale.«Abbiamo ben presente che la motivazione di questi provvedimenti deriva dalla cattiva abitudine di utilizzare tali attività come luoghi di ritrovo. – riferisce Castronuovo – Molti dei nostri associati, proprio per porvi rimedio, hanno provveduto al controllo dell’esercizio nelle ore notturne tramite l’ausilio della vigilanza o sistemi di video sorveglianza intelligente per monitorare il numero di fruitori presenti all’interno dei locale che, comunque, essendo all’aperto garantiscono l’areazione come previsto i protocolli sanitari».L’associazione in una nota inviata al Governatore Michele Emiliano, ai sindaci dei comuni della provincia e al presidente dell’Anci Antonio Decaro, fa inoltre notare che, queste attività risultano svantaggiate rispetto ad altre, anche perché non sono beneficiarie di nessuna delle misure di ristoro messe in atto da Governo e Regione.Un danno economico notevole, dunque, che solo in provincia di Taranto coinvolge 160 imprese.«Non possiamo accettare che vi sia da parte delle Istituzioni una disparità tra imprese. Tra l’altro, pur non condividendole la nostra categoria ha sempre rispettato le ordinanze e sospeso la vendita programmando lo spegnimento dei distributori automatici all’orario imposto dai provvedimenti comunali. – concludono Castronunovo e Camera – Ora però pretendiamo più attenzione e chiediamo che gli orari di apertura di tali attività siano uguali alle attività di vendita d’asporto, quindi fino alle 24. Alle autorità competenti il compito di effettuare controlli per le strade, così come avviene per altri tipi di attività».