Intervengo nuovamente sul tema perché, se la questione non fosse tragica, c’è davvero da ridere. La direzione strategica della Asl Bari si ostina a far fare gare telamatiche ai distretti socio-sanitari in applicazione del DPCM 2017 sui nuovi LEA. Sto parlando di procedure di gara al massimo ribasso che, anziché produrre risparmio e qualità dell’offerta, stanno facendo lievitare i costi, stanno negando diritti alle persone con disabilità e stanno sfaldano il tessuto imprenditoriale che gravita attorno al mondo della protesica e audioprotesica.
Nei giorni scorsi, ad esempio, si è perfezionata una gara per una protesi acustica digitale bilaterale con auricolari per il Distretto 4. L’importo a base d’asta era di 5 mila euro e la procedura è in via di aggiudicazione all’unica azienda partecipante che ha offerto un prezzo di 4 mila euro. Per chi non è del settore parrebbe un 20% di sconto, in realtà trattasi del doppio della spesa che la Asl Bari avrebbe sopportato prima di decidere di agire in difformità da tutte le altre aziende sanitarie locali e nel silenzio assordante dell’assessore Emiliano e del capo Dipartimento Montanaro. Un case history, ve ne sono altri, che dimostra il fallimento di un modus operandi che sta mortificando un settore e complicando la vita agli utenti più fragili.
L’aggravante è che, Sanguedolce, Capocchiani e Fornelli, stanno privando gli assistiti dell’imprescindibile e propedeutico rapporto fiduciario che si instaura con l’audioprotesista o l’officina ortopedica. Persistono nel non voler comprendere che si tratta di ausili che, prima di essere acquistati e consegnati, vanno provati, riprovati, accomodati e manutenuti nel tempo. Così facendo, stanno complicando la vita ai distretti che dovranno istruire nuove pratiche per l’assistenza continua, con relativi e ulteriori costi, e stanno rischiando di sfaldare il tessuto della piccola e media impresa che da sempre assicura prossimità, competenza e professionalità.
È quantomeno ingeneroso dare pedissequa applicazione agli allegati del DPCM, sapendo bene che, dopo più di tre anni, l’aggiornamento del nomenclatore e dei livelli essenziali di assistenza è rimasto inapplicato in molte sue parti per mancanza di decreti attuativi e risorse economiche. È schizofrenia se, da una parte, dicono di voler applicare una norma incompleta del 2017 per la protesica e, dall’altra, disattendendono, quotidianamente e da oltre vent’anni, il dettato del consalidato decreto legislativo 124/1998 che prevede, tra le altre cose, la possibilità per i cittadini tutti di ricevere visite a pagamento, allorquando le Asl non ce la fanno, quasi sempre, a rispettare i tempi d’attesa. È da ipocriti chiedere ai distretti di fare gare spezzettate per non superare i 40 mila euro allungando i tempi di consegna dei presidi, per me andrebbero valutate altre strade, e non farne di aziendali per ottimizzare le procedure e non pesare sugli scarni organici di periferia.
Domattina, il direttore generale Sanguedolce verrà in audizione e sentiremo quali argomentazioni addurà, nelle more, chiedo alla politica di governo di ascoltare le associazioni, i comitati consultivi e gli stakeholders, perché solo con l’ascolto si possono evitare danni e incomprensioni.