TARANTO – «Se ci saranno ulteriori limitazioni orarie per le attività commerciali, assisteremo ad una grave moria di imprese artigiane». È l’allarme lanciato da Casartigiani Taranto, in seguito alle dichiarazioni del sindaco Melucci, al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’orientamento dell’amministrazione comunale, condiviso dalla Prefettura e dalla Provincia di Taranto, è quello di emettere un nuovo provvedimento, omogeneo per tutto il territorio ionico, che preveda restrizioni sugli orari più che la chiusura di singole piazze o vie. Una decisione che, se confermata, rappresenterebbe un serio danno economico per le imprese. L’associazione tarantina già in seguito all’ordinanza comunale n.70, con la quale si dispone la chiusura dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo di tutte le attività che effettuano somministrazione e vendita di bevande e alimenti, aveva espresso forti preoccupazioni.Adesso in vista di nuovi provvedimenti si corre il rischio di peggiorare una situazione, già molto critica. «Siamo favorevoli ad un potenziamento dei controlli – riferisce il segretario interprovinciale Stefano Castronuovo – ma prevedere ulteriori restrizioni orarie potrebbe costringere altre aziende ad abbassare la saracinesca per sempre. Un rischio troppo alto che non possiamo permetterci. Da marzo a giugno 2020 nella provincia di Taranto sono state 356 le imprese artigiane che hanno cessato l’attività (i settori maggiormente colpiti sono quelli dell’alimentare e dei servizi alla persona). Un dato non rassicurante e che non ci consente di star tranquilli se si continuano a penalizzare i piccoli imprenditori che, a causa dell’emergenza epidemiologica, fanno ancora oggi fatica a ripartire». A seguito del diffondersi del Coronavirus e degli effetti negativi da esso causati all’economia, per tutelare i dipendenti sospesi dal lavoro a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba) è intervenuto a sostegno delle imprese artigiane con un piano speciale di sostegno al reddito sulle aziende. I lavoratori che hanno ricevuto la prestazione a Taranto sono 2678 per un importo complessivo erogato pari a 3.962.296,83 euro. I lavoratori ancora in attesa del sussidio sono 2.081 (importo da erogare 2.396.908,34 euro).Per quanto riguarda invece le domande di cassa integrazione ordinaria, a Taranto ne sono pervenute più di 2700, mentre per la cassa integrazione in deroga sono quasi 4 mila le richieste. «Le nostre imprese, – fa notare ancora Castronuovo – come abbiamo più volte ribadito, nonostante le difficoltà e l’incertezza del futuro, hanno già dato prova di grande responsabilità nell’adozione di tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro e nella applicazione puntuale dei protocolli e delle linee guida al fine di prevenire o ridurre il rischio di contagio in tutti i settori di riferimento. Vogliamo sia chiaro, una volta per tutte, che le imprese artigiane sono luoghi sicuri, a differenza di piazze pubbliche e vie, mezzi pubblici e luoghi culturali. Questo il motivo per cui il Governo ha dato facoltà ai sindaci di decidere se chiudere o meno i luoghi di ritrovo in cui è più facile che si creino assembramenti. Non capiamo dunque per quale motivo in provincia di Taranto si decida di intervenire contro l’indirizzo nazionale, a scapito delle imprese che rispettano in maniera ligia le misure anti-covid. A rischio ci sono migliaia di imprese e posti di lavoro. Le istituzioni ci ascoltino. – è l’appello finale – Chiediamo che le decisioni vengano assunte dopo un confronto con le associazioni di categoria. Come è avvenuto a livello nazionale, anche a Taranto le azioni da porre in essere dovrebbero essere programmate e ragionate con le imprese. Invitiamo le amministrazioni comunali e la Provincia ad un confronto che consenta di trovare un accordo senza dover, necessariamente, penalizzare l’imprenditoria locale».