Nelle prime ore dell’odierna mattinata, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Taranto, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari delle Compagnie di Manduria e Martina Franca, nonché da un’unità antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione, nei comuni di San Giorgio Jonico e Carosino, a 5 provvedimenti cautelari di sottoposizione agli arresti domiciliari emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, dott. Giovanni Caroli su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica di Taranto – dott.ssa. Ida PERRONE,nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; tra gli arrestati figurano A. C. 46enne di Carosino, pluripregiudicato, D. D. 31enne di San Giorgio Jonico, pregiudicato e altre tre persone, un 31enne e due 38enni sempre residenti a San Giorgio Jonico, gravati da precedenti di polizia; A. C. risulta inoltre indagato con una sesta persona (in stato di libertà) per trasferimento fraudolento della titolarità di un’attività commerciale di Carosino.
L’indagine, avviata nel mese di settembre 2019 e declinatasi mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento con videoriprese ed intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha consentito di dimostrare come i citati soggetti siano dediti all’acquisto e al successivo spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente del tipo cocaina, nei comuni di San Giorgio Jonico e Carosino.
In particolare, è emerso che gli odierni arrestati reperivano lo stupefacente da smerciare, anche disgiuntamente, attraverso differenti canali di approvvigionamento, utilizzando, nel caso del A. C., il locale commerciale come hub logistico dell’illecita attività. L’indagine ha inoltre consentito di acclarare che il A. C., già sorvegliato speciale, avesse artatamente intestato a terzi l’esercizio al sol fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Nel corso dell’attività, uno dei due 38enni destinatario della odierna misura cautelare era stato già arrestato, poiché, a seguito di perquisizione, era stato trovato in possesso di un fucile con i segni identificati alterati.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni.