Cinque anni vissuti intensamente. Cinque anni con Taranto, i tarantini e l’intero territorio ionico quali stella polare da seguire sulla strada della riconversione e del rilancio socioeconomico e culturale. Cinque anni, quelli trascorsi in Consiglio regionale, da raccontare tutti d’un fiato.
E Gianni Liviano, consigliere regionale uscente, questi cinque anni li ha ricordati questa mattina nel corso di una conferenza stampa con alle spalle lo sfondo del Mar Piccolo. Già, perché la legge regionale istitutiva del Parco regionale del Mar Piccolo, approvata all’unanimità martedì scorso dal Consiglio regionale, è soltanto l’ultima, in ordine di tempo, delle sue proposte di legge presentata, e approvate, in questa consiliatura.
Alla fine se ne conteranno undici, molte delle quali potranno contribuire al rilancio di Taranto e del suo territorio. Come la legge speciale per Taranto, la madre di tutte le leggi, che con il suo piano strategico ha contribuito notevolmente a far sì che fosse accettata la candidatura della città dei due mari per i Giochi del Mediterraneo 2026. O il pacchetto delle leggi sul welfare: quella sulla coabitazione sostenibile, sul benessere equo e sostenibile, sulle misure regionali in favore degli adolescenti che ha visto un lunghissimo lavoro e una ricerca condotta su un campione di mille studenti tarantini per capirne bisogni e prospettive.
E poi, ancora, la legge che fa della Settimana santa patrimonio immateriale della Regione Puglia alla quale si unisce quella per la promozione del turismo culturale sul territorio regionale in occasione dell’evento Matera capitale della cultura europea. E sempre sul Mar Piccolo, l’altra proposta di legge, anche questa approvata all’unanimità come del resto anche le altre, che punta alla sua valorizzazione storica-antropologica-sociale.
“Il mio principale obiettivo in questi cinque anni di mandato – ha spiegato Liviano – è stato animato dal desiderio di una nuova narrazione della città. Siamo consapevoli che il destino di Taranto non sia soltanto una questione legata all’intensità dei flussi economico-finanziari che sarà possibile destinare allo sviluppo del suo territorio ma che, alla pari dei migliori casi internazionali di città, che hanno dimostrato la capacità di invertire con successo la rotta di un destino apparentemente inesorabile, essa è soprattutto indissolubilmente legata alla capacità della comunità territoriale di ritrovare una propria identità positiva. Abbiamo cercato di consentire alla città di Taranto di emanciparsi dall’attuale situazione di one company town per ripensare le sue prospettive di sviluppo e restituire fiducia e speranza ad una comunità in forte sofferenza. Ho sempre sostenuto che un piano strategico non funziona quando i tecnici si siedono ad un tavolo e stilano masterplan. I piani strategici funzionano quando cambiano il modo di pensare e la cultura delle persone che abitano le città”.
Tra le altre iniziative portate avanti in questa consiliatura (oltre alle proposte di legge ci sono le 33 interrogazioni, le 34 mozioni e i 3 ordini del giorno) spiccano anche l’emendamento al bilancio regionale che ha permesso l’organizzazione, e il ritorno a Taranto dopo decenni di assenza, della Fiera del mare che a settembre celebrerà la seconda edizione; la diversificazione dell’offerta formativa attraverso il reperimento di fondi per la realizzazione della filiera formativa “che sono lì a disposizione ma che non sono stati utilizzati malgrado il protocollo d’intesa sottoscritto con Politecnico e Università di Bari, Autorità portuale, istituto Archimede, Its per la logistica e per l’accoglienza turistica”; il progetto del Cineporto e della sala per le riprese cinematografiche subacquee “per i quali diedi mandato durante la mia esperienza in assessorato all’Industria turistica e culturale, periodo nel quale organizzai, quasi a costo zero, la trasferta degli Ori di Taranto all’expo di Milano, l’organizzazione in collaborazione con Paolo Verri, su suggerimento di Taranto spartana, della Spartan race, il salvataggio dei fondi per il teatro Fusco e il reperimento di quelli per il santuario Madonna della salute in città vecchia, l’accordo tra IsolaVerde e commissario per le bonifiche per il reimpiego di quei lavoratori. E, ancora, la scuola di alta formazione in Beni culturali e paesaggistici, la mostra del cinema, l’inserimento di Taranto nel circuito delle vie Francigene, lo sblocco delle assunzioni ad Arpa Puglia, i circa 4 milioni e mezzo di euro recuperati per il territorio attraverso una serie di emedamenti al bilancio”.
Ma, si sa, non c’è rosa senza spine. E le spine sono state il deteriorarsi dei rapporti con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nelle cui liste Liviano è stato eletto, e i rapporti non sempre idilliaci con l’amministrazione comunale di Taranto. Come nel caso della possibilità di realizzare a Taranto un Acquario sul modello di quello di Genova (“a febbraio del 2019 invitai a mie spese il project manager della Costa Edutainment, dott. Senes, il quale, dopo una serie di incontri, aveva dichiarato la disponibilità a realizzare la struttura nella nostra città”). Idea che non accolse i favori dell’amministrazione “salvo ora essere favorevole al progetto dell’acquario inserito nel Cis”, sottolinea Liviano togliendosi un sassolino dalla scarpa. Così come per lo stesso parco regionale del Mar Piccolo “per il quale abbiamo dovuto scontrarci con le forti perplessità del sindaco e della sua amministrazione ma, per fortuna, siamo riusciti a centrare l’obiettivo cui tendevamo: salvaguardare un paesaggio che è patrimonio che va trasmesso alle generazioni future; valorizzare le prospettive economiche, che su questo territorio possono realizzarsi, compatibili con la tutela del paesaggio. Il parco, inoltre, può rappresentare un’opportunità economica per i prodotti agricoli e del mare attraverso la creazione di brand e marchi come del resto avvenuto, giusto per fare un esempio, con la riserva naturale regionale di Torre Guaceto. Lì sono nati il marchio del pomodoro Fiaschetto e L’Oro del Parco, l’olio prodotto dagli ulivi millenari della riserva. Prodotti conosciutissimi anche a livello internazionale”.
Cinque anni ad alta intensità sui quali, per ora, cala il sipario vista la decisione di non ricandidarsi alle elezioni regionali del prossimo 20 e 21 settembre.
“Per far crescere il livello qualitativo della politica, – ha concluso Liviano – bisogna far crescere il livello qualitativo della comunità elettrice: degli uomini e delle donne che vanno a votare. Per questo penso che il mio ruolo ora sia quello di costruire un grande cantiere di umanità dove si respirino aneliti comunitari e dove si investa sui giovani attraverso percorsi educativi e formativi adeguati e non necessariamente convenzionali”.