“Dopo oltre un mese dall’ultimo incontro con i Ministri del Lavoro, Economia e Sviluppo economico non c’è nessuna soluzione per l’ex Ilva. Nel frattempo la situazione peggiora di giorno in giorno. È stata prorogata in modo unilaterale da ArcelorMittal la cassa integrazione per Covid-19 dal 6 luglio per ulteriori quattro settimane per 8.200 lavoratori del sito di Taranto. Inoltre è stata già conclusa, nuovamente senza accordo sindacale, la procedura per l’avvio di un aggiuntivo periodo di cig ordinaria di tredici settimane, a partire dal 3 agosto per lo stesso numero di dipendenti. Il silenzio assordante del Governo e la mancanza di scelte risolutive stanno facendo precipitare sempre di più la situazione. Siamo a un passo dal punto di non ritorno, con rischi senza precedenti dal punto di vista ambientale, occupazionale e sociale”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.
“A parte qualche breve comunicazione del Premier Conte nel ritenere prioritaria la vertenza dell’ex Ilva – sottolinea il leader Uilm – non è arrivata nessuna informazione concreta dal Governo. Eppure, nell’ultimo incontro del 9 giugno, i Ministri si erano impegnati a convocare in tempi brevi un tavolo per discutere del futuro della più grande acciaieria europea e perno del settore siderurgico italiano”.
“Ogni giorno che passa la situazione diventa sempre più pesante – aggiunge – mancanza di interventi di manutenzione, impianti per la produzione e commercializzazione fermi da tempo come l’Afo 2, Acciaieria 1, il Treno Nastri 1 oppure che si fermeranno a fine mese come il Treno Lamiere. Gli impianti in marcia continuano a produrre sotto il livello di sicurezza, prima di arrivare alla fermata totale. Inoltre ci sono il persistente blocco degli investimenti per l’ambientalizzazione e l’aumento dei lavoratori in cassa integrazione, con la conseguente drastica riduzione salariale, anche a causa della mancata rotazione dei lavoratori in cig. Rispetto alla riduzione salariale, abbiamo denunciato l’atto ingiustificabile e unilaterale dell’azienda che ha decurtato l’una tantum prevista dall’accordo del 6 settembre 2018”.
“Aumenta la tensione anche tra i lavoratori dell’indotto per il mancato pagamento delle spettanze alle aziende da parte di ArcelorMittal e per la mancata erogazione della cassa integrazione” continua Palombella.
“Tutto questo fa presagire un disegno cinico e ben preciso – conclude – arrivare a dicembre grazie all’utilizzo della cassa integrazione per Covid-19 in aggiunta a quella ordinaria. Poi rimarranno solo macerie sotto ogni punto di vista. Il Governo intervenga prima che la situazione diventi irreversibile ed esploda una bomba ambientale e sociale. È urgente che si convochi un incontro, altrimenti imboccheremo la strada della mobilitazione”.