Questione Gravina di Montemesola e strade sdemanializzate. Sembra effettivamente un argomento unico, ma riflettendoci e avendo ascoltato il sindaco di Montemesola Vito Antonio Punzi, che ha voluto chiarirci l’intera situazione, si tratta in realtà, di due argomenti distinti, seppur con qualcosa in “comune”.
Slogan, comizi, e petizioni, in quest’ultimo periodo, cercano di animare l’opinione pubblica. “Si svende Montemesola”, “L’Amministrazione svende strade comunali impedendo l’accesso alla Gravina, patrimonio del nostro territorio”. Per questo motivo è stata avviata una petizione popolare, con la quale si vorrebbe impedire all’amministrazione detta vendita.
Da quando l’amministrazione comunale ha iniziato a parlare di sdemanializzazione, a detta del sindaco Punzi, si è cercato volutamente di non fare chiarezza e strumentalizzare, per giungere in buona sostanza, a obiettivi politici che nulla hanno a che fare con le buone intenzioni di una pubblica amministrazione, e del buon rapporto che la pubblica amministrazione deve avere con i cittadini, con le imprese, con le aziende, con il territorio.
«Quando si parla di territorio – specifica Punzi – una amministrazione pubblica, non può non tenere conto di tutta una serie di fattori che possono incidere positivamente o negativamente. Questo, ovviamente, se il fine dell’amministrazione è il bene comune».
Come il sindaco tiene a precisare, da ciò che si dice e si promuove, non si capisce bene se l’amministrazione comunale stia sdemanializzando un tratto terminale di una strada, che ad oggi è inutilizzata (se non per fini che non sono per niente quelli della buona educazione civica); oppure stia vendendo delle proprietà che difatti, il comune non possiede, ovvero la Gravina di Montemesola «che poi non ricade neanche nel territorio di Montemesola, ma è sicuramente parte di un pezzo di storia di tutti noi, che da ragazzi in quel territorio ci siamo andati».
Nonostante ciò, bisogna non sottovalutare un particolare: quelle aree, come Punzi ha spiegato, non sono mai state del comune di Montemesola. Quei territori sono stati di diversi proprietari anche in passato, quando solitamente erano frequentati dai ragazzi per passeggiate o picnic. «In passato probabilmente la proprietà o non ti veniva a trovare o non sindacava».
Oggi lo scenario è cambiato, perché sono cambiati i proprietari «Partirei da una domanda semplicissima, da porre alla gente prima di chiedere la firma per una petizione: Posso entrare in una proprietà privata senza chiedere il permesso al proprietario? Questa è la prima domanda. A questo poi possiamo anche aggiungere che in quella proprietà c’è un pezzo di storia, c’è un luogo che si chiama Gravina, ci sono delle grotte in disuso, e luoghi naturali (che comunque non sono in sicurezza). Ma anche se ci sono grotte e si chiama Gravina, siccome è una proprietà privata, possiamo entrarci? Si o no?»
Queste, in sostanza, sono le domande che si è posto il sindaco e sulle quali vorrebbe far riflettere i cittadini ai quali non è stato detto che strada da sdemanializzare e accesso alla Gravina sono due argomenti ben distinti.
«Stanno dicendo alla gente che l’amministrazione sta vendendo una strada, ma così non è, perché noi abbiamo interessato solo l’ultimo tratto».
La strada, comunemente conosciuta come “Vicinale gravina”, non è in vendita. In vendita sarebbe l’ultimo tratto di quella strada, che termina in una serie di particelle che sono di un unico proprietario.
«Siamo andati in consiglio comunale tenendo conto di quello che è scritto nel regolamento di alienazione degli immobili di proprietà comunale». Nel regolamento di alienazione degli immobili di proprietà comunale, all’articolo 14, c’è scritto a chiare lettere che si può procedere alla vendita negoziata qualora questo fondo, strada, sia interfuso parzialmente (addirittura) o integralmente in altri fondi, la cui utilità è ridottissima, poiché l’utilizzo è limitato a quei pochi proprietari, in questo caso unico proprietario.
«Addirittura, nella stima della strada, si poteva benissimo andare sotto stima dei prezzi medi di mercato per queste motivazioni, e nonostante tutto non lo abbiamo fatto. Lo stesso regolamento, ci dà la possibilità addirittura (articolo 22), qualora ci fossero più proprietari, di fare un bando pubblico ed invitare solo ed esclusivamente i proprietari in questione».
Dunque, da quello che ci ha spiegato Vito Punzi, l’amministrazione non starebbe privando il cittadino di nulla, e non starebbe precludendo a questi, l’accesso alla Gravina. A prescindere dalla vendita della strada, in Gravina non si può accedere perché è proprietà privata.
I tratti chiamati Gravina, pozzo Ipogeo, Masseria “Scorcola” e i terreni del circondario, sono documentati da atti in possesso dell’amministrazione comunale, dove si evince la proprietà di queste particelle.
«Lì non ci sono altri proprietari, ce n’è solo uno, ecco perché siamo andati in consiglio, ecco perché si ha la possibilità di agire secondo quanto previsto dal regolamento». Dunque, e lo ripetiamo, vendere quel tratto di strada (e non strada intera) non significa vietare al cittadino l’accesso alla Gravina. Non significa privare il paese del suo patrimonio naturale. Quelle aree non sono mai appartenute al comune.
«La volontà è quella di chiudere questo contratto con la ditta agricola Giuliano (proprietaria dei terreni), e avviare una convenzione. Ci hanno dato la disponibilità per la manutenzione della villa comunale, la passerella di via Grottaglie, area verde intorno al palazzetto dello sport, ma non solo. In questo modo ci garantiamo la disponibilità alla visita e utilizzo di quei luoghi bellissimi. Il proprietario ha intenzione di sistemare il tutto, e dare la possibilità di fare visite guidate con scolaresche e non».
Stessa cosa per il Palazzo Marchesale, continua ancora Punzi. «È un palazzo di interesse storico, ma ha un proprietario e senza permesso non si può entrare».
Per quanto riguarda invece il riferimento normativo che parla di torrenti, laghi, fiumi, a cui nessuno può precludere l’accesso, il sindaco precisa che nelle zone interessate, effettivamente c’è la presenza di un torrente il cui accesso non è vietato.
«Vendendo quel tratto di strada, che non è utilizzato da nessuno, perché termina nella proprietà dell’azienda Giuliano, noi stiamo anche cercando di garantire l’accesso alla Gravina, avendo un rapporto civile con chi ha scelto di investire sul territorio. Qui parliamo di una crescita del territorio, non stiamo svendendo e regalando niente» e ancora aggiunge «Sto facendo una ricerca approfondita, riguardo una strada di campagna in zona visciolo, ceduta alla Cementir quando in quelle zone aveva una cava funzionante. Devo accertarmi benissimo, forse a cederla fu un’amministrazione di sinistra e non abbiamo capito in che modo è stata ceduta. Che poi non ci importa scavare nella storia di Montemesola, noi cerchiamo di guardare sempre avanti e fare sempre meglio, sulla scorta di esempi positivi e non negativi».
In conclusione, la petizione popolare, secondo quanto Punzi ha voluto precisare, starebbe in realtà rivendicando un qualcosa che non c’è. Non è la vendita di un tratto di strada a precludere l’accesso alla Gravina, che stando ad atti ufficiali, è una proprietà privata.