L’allarme rimbalza da Whatsapp a Facebook: “COMUNICAZIONE DI SERVIZIO. ATTENZIONE. Non so se qualcuno se ne è accorto, ma hanno inserito l’applicazione Covid 19 sui dispositivi Android senza alcun consenso. Chi ha Android può verificare per conto suo. Andate su impostazioni, fate scorrere ed arrivate alla voce Google. Impostazioni google. Apritela, la prima voce servizi indica: notifiche di esposizione al COVID 19. ATTENZIONE. EVITATE DI USARE GEOLOCALIZZAZIONE , BLUETOOTH E WI FI SE POSSIBILE”.
Il complotto di Android che ti installa l’applicazione COVID-19 “senza alcun consenso”
Cosa sta succedendo quindi a chi ha un cellulare Android? In realtà nulla di diverso rispetto al complotto dell’aggiornamento software per iPhone di un paio di giorni fa: Google, così come Apple, ha reso disponibile con l’aggiornamento dei Google Mobile Services tramite il Play Store di Android l’interfaccia di programmazione (API) per le app di tracciamento, che debutta sugli smartphone di centinaia di milioni di utenti nel mondo. La geolocalizzazione del dispositivo e il bluetooth, combinati insieme, renderanno possibile ottenere le notifiche di esposizione al COVID-19 se si installa l’app di tracciamento.
Ovvero, come ha capito qualcuno dei più svegli, se non si scarica l’app di tracciamento non c’è alcuna possibilità che funzioni il tracciamento (monsier de La Palisse, bonjour!). La presenza delle interfacce di programmazione delle applicazioni (API) è inutile se non si scarica l’applicazione che dovrebbe permettere il tracciamento. E allora perché dovrebbe essere un problema l’aggiornamento del software con le API per le notifiche di esposizione se non si vuole scaricare l’app di tracciamento?
Ecco quindi che l’allarme lanciato nella catena su Whatsapp e Facebook è perfettamente inutile in Italia proprio perché l’app di tracking non è ancora stata partorita dalle menti geniali che ci stanno lavorando al ministero dell’Innovazione. E naturalmente, anche se c’è chi sussurra il contrario, come per l’aggiornamento di Apple per iPhone tutte le informazioni non sono “nascoste nei dettagli delle note” ma è invece ben presente nelle prime righe di presentazione dell’aggiornamento (mannaggia, non li sanno proprio fare i complotti!).