di Luciano Manna – “Nella zona del mar Piccolo di Taranto le indagini hanno evidenziato inquinanti che vanno oltre i 15 metri. Pensate che il materiale che è venuto fuori da 18 metri di carotaggio è tutta roba melmosa che, dalle prime indagini, non si riesce a collocare in nessuna matrice ambientale“. Sono le parole del Commissario straordinario per gli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, Vera Corbelli nella Seduta n. 6 della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti svolta lunedì 20 ottobre 2014. Vera Corbelli fu nominata commissario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri l’8 luglio 2014 con una copertura finanziaria di 214.896.436,74 euro.
Dopo ben sei anni di lavoro del Commissario Corbelli rileviamo la drammatica situazione in cui versa il Mar Piccolo dove non è stata fatta nessuna bonifica dei fondali per la rimozione degli inquinanti, come ad esempio diossine e pcb che sono i più temuti perché vengono assorbiti dai mitili, e per le operazioni di Marine litter, così vengono chiamati i rifiuti ingombranti di natura antropica depositati sui fondali del mare. Anche le semplici operazioni di riqualificazione ambientale, come, appunto, quelle del Marine litter, presentano grosse criticità: il Mar Piccolo oggi si presenta un gran pattume in tutta la sua estensione, dove non è stato fatto nessun intervento mentre anche per le aree interessate da rimozione dei rifiuti dai fondali, ad opera delle ditte in appalto per le opere del Commissario, la situazione è la stessa: rifiuti rimossi ma altrettanti lasciati in fondo al mare salvo, poi, fare la conta delle quantità relative a quelli rimossi nei titoloni dei giornali, ignorando quelli lasciati sui fondali. Chi controlla lo stato dei lavori e delle somme spese per l’impiego delle varie aziende che eseguono i lavori?
Dopo aver ispezionato i fondali del Mar Piccolo nella zona Vasto, a febbraio 2019, siamo tornati a esplorare i fondali del primo seno prospicenti via Garibaldi, proprio sotto i moli galleggianti dove si trova un po’ di tutto: barche affondate, pezzi di carcasse di auto, corde, retine per i mitili, reti da pesca, scatole e montagne di cozze sgusciate che dal fondale arrivano quasi a raggiungere il pelo dell’acqua. Nella mappa si indicano le aree ispezionate nel primo seno: quella di pochi giorni fa, a maggio 2020, mai interessata da opere di bonifica e quella di febbraio 2019 interessata dalle operazioni di Marine litter nel 2018 ma risultate immediatamente dopo comunque occupate da molteplici rifiuti antropici.
Queste le immagini che, insieme al precedente video, dimostrano lo stato in cui versa lo specchio d’acqua antistante via Garibaldi sotto i moli galleggianti. Una vera discarica. Questi sono i rifiuti gettati da chi usa il mare come una pattumiera pur svolgendo attività in mare da cui trae prodotto e profitto. Gente incivile.
Ma Taranto la direttiva europea “Chi inquina paga” non sembra avere effetto. I rendiconti degli ultimi anni a firma del commissario Corbelli danno contezza dei volumi economici mossi per le bonifiche nel SIN tarantino. Solo nel 2017 il rendiconto annuale contava una spesa di 26.329.766,43 euro mentre l’esercizio finanziario del 2018 riportava un totale di 14.206.373,54 euro. Somme spese per le opere di rimozione del Marine litter, così vengono chiamati i rifiuti ingombranti di natura antropica depositati sui fondali del mare. Però a guardare i fondali non si direbbe che qualcuno abbia fatto bonifiche o altre opere di riqualificazione ambientale.
“La gran parte degli interventi eseguiti non è immediatamente percettibile perché riguarda la bonifica ambientale di ciò che è depositato sul fondo del mare“. Sono le parole del Commissario straordinario Vera Corbelli in risposta a chi già qualche anno sollevava leciti dubbi circa l’efficacia delle sue opere di bonifica. Il video successivo, infatti, già pubblicato lo scorso anno, dimostra lo stato dei fondali relativi allo specchio d’acqua antistante la discesa Vasto, dove si svolge anche il mercato ittico rionale. Le opere di riqualificazione ambientale in quell’area, da parte del Commissario, si svolsero nel 2018 e immediatamente dopo furono fatti reboanti annunci alla stampa per quanto effettivamente fu rimosso dai fondali. E pensare che lo stesto Commissario Corbelli nell’audizione del 5 dicembre 2018 alla Camera dei Deputati in VIII COMMISSIONE (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e X COMMISSIONE (Attività produttive, Commercio e Turismo) dava “Completata porzione centrale Discesa Vasto” in questa presentazione dei suoi lavori. Immediatamente dopo le sue opere di bonifica ispezionammo i fondali della Discesa Vasto e questo è quello che trovammo.
Cosa accade invece nel secondo seno? La stessa ed indentica cosa. Discariche nei fondali e sulle coste, zone completamente ignorate dalle opera di bonifica o riqualificazione ambientale del Commissario Corbelli così come dimostrato anche in questi video di gennaio 2020, maggio 2019 e ottobre 2019 e nelle successive immagini realizzate in questo mese (maggio 2020).
E i risultati dei carotaggi effettuati dal Commissario Corbelli nel Mar Piccolo nel 2016 che risultati hanno dato? Quali i risultati delle analisi dei campioni e chi ha validato i risultati delle analisi? A queste domande non risponde nessuno, né chi riceve le pec inviate al commissario, né se ne trova traccia sul sito web del Commissario Corbelli. Informazioni acquisite da VeraLeaks ci confermano che Arpa Puglia non ha mai validato quei campioni. Se quindi le analisi dei campioni dei carotaggi fatti nei fondali del Mar Piccolo non sono state validate dall’Agenzia regionale chi le ha fatte le validazioni?
Oggi il Commissario Corbelli torna alla cronaca annunciando la prossima rimozione del mercato ittico galleggiante. Un altro fantasma nel mare, sempre quello del Mar Piccolo, che è costato alla collettività 17 miliardi di lire, messa all’opera nel 2004 ma abbandonata l’anno successivo per evidenti criticità. Il mercato galleggiante, infatti, per mancanza di manutenzione iniziò ad inclinarsi, nel 2006 fu sequestrato e nel 2007 chiuso definitivamente con una ordinanza sindacale. Oggi, nel 2020 la rimozione di questo relitto è annunciata come un obiettivo raggiunto quando, invece, tutto questo rappresenta il pieno fallimento di politica ed istituzioni, così come è un fallimento la triste storia del Mar Piccolo utilizzato come una discarica ed usato come strumento di opere di bonifica mai realizzate.
Luciano Manna – Veraleaks