Secondo l’ultimo bollettino diramato ieri sera 12 marzo, sul sito della Regione Puglia, sono stati effettuati 253 test in tutta la Regione, per l’infezione da Coronavirus. Di questi, 235 hanno dato esito negativo, mentre 18 sono risultati positivi. In particolare, sono stati riscontrati:
6 casi positivi in provincia di Bari, 2 in provincia Bat, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Foggia , 6 casi positivi in provincia di Lecce e 2 in provincia di Taranto.
Il totale dei casi positivi registrati in Puglia, salgono a 108. I test positivi saranno inviati all’Istituto Superiore di Sanità per la conferma di seconda istanza.
Dimesso, intanto, il paziente 1 di Torricella che era stato ricoverato il 25 febbraio, al “Moscati”. L’uomo è ritornato nella propria abitazione e dovrà seguire i protocolli di isolamento previsti. I familiari dell’uomo, entrati in contatto e risultati positivi sono 3: la moglie dell’uomo, che in un primo momento era asintomatica, nei giorni scorsi era stata ricoverata per una crisi respiratoria per complicanze dovute ad una patologia pregressa ed è attualmente sotto ventilazione controllata; il fratello del 43enne che si trova in quarantena fiduciaria nella propria abitazione e non presenta particolari sintomi; e infine, la nipote del paziente 1 che attualmente è in via di guarigione all’ospedale “Moscati”.
La situazione in Puglia, resta ancora sotto controllo, ma la Regione ha chiesto, scongiurando picchi di contagio, al Governo, di poter sbloccare assunzioni di medici, infermieri e OSS per 2539 unità. Per ciò che concerne i (DPI), ieri è partita distribuzione di 500mila (dei 20mila pezzi disponibili) dei DPI alle aziende sanitarie della Regione: i dispositivi di protezione individuale verranno distribuiti per tutelare dall’esposizione a rischio biologico, i vari operatori e sanitari dei reparti che lavorano quotidianamente a contatto con i pazienti.
In Puglia arriva il farmaco “Tocilizumab”
Nella tarda serata di ieri, il governatore Michele Emiliano, ha formalizzato la richiesta di poter ricevere il farmaco “Tocilizumab” della casa farmaceutica Roche, che ieri in una nota stampa ha annunciato la disponibilità gratuita a tutti le Regioni che ne facciano richiesta. “Come azienda che opera nelle scienze della vita – spiega il presidente e amministratore delegato di Roche Farma Maurizio de Cicco, che parla anche a nome di Roche Diabetes Care e Roche Diagnostics – raggiungiamo ogni giorno milioni di italiani con farmaci e test diagnostici e in questa situazione di emergenza sentiamo ancora più forte la responsabilità del nostro ruolo sociale”. Da qui la decisione di “fornire gratuitamente per il periodo dell’emergenza” il ‘tocilizumab (RoActemra)’ a tutte le Regioni che ne faranno richiesta, fatte salve le scorte necessarie a consentire la continuità terapeutica ai pazienti affetti da patologie per cui il prodotto è autorizzato. Il farmaco è attualmente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide e non è indicato per il trattamento della polmonite da Covid-19, ma la comunità scientifica sta dimostrando interesse al suo utilizzo dopo l’inserimento nelle linee guida cinesi. Oltre alla donazione del farmaco, l’Azienda ha dato la propria disponibilità ad Aifa per avviare uno studio clinico sull’efficacia e sicurezza di tocilizumab anche in questi pazienti. ”
Il farmaco anti- artrite, è risultato estremamente efficace nel trattamento della polmonite da Covid-19 ed è stato impiegato dall’oncologo Paolo Ascierto, dell’ Istituto “Pascale” di Napoli, su due pazienti che versavano in condizioni gravi e che al termine della terapia – dopo appena 24 ore – ha evidenziato risultati eccellenti, con un netto miglioramento delle condizioni cliniche, riduce il rischio della terapia intensiva.
Il farmaco è stato utilizzato anche in Cina sul trattamento di 21 pazienti affetti da coronavirus che versavano in condizioni critiche, evidenziando in 24-48 ore un netto miglioramento delle condizioni di ben 20 pazienti su cui era stato testato; Il Dottor Paolo Ascierto, alla luce degli importanti risultati ottenuti ha chiesto l’avvio di un protocollo nazionale che consenta di estendere l’impiego del farmaco nei pazienti gravi.