La sede didattica del corso di laurea in “Medicina e Chirurgia” di Taranto è stata sospesa dal neo Rettore degli studi dell’Università di Bari, “Aldo Moro”.
Attraverso una nota stampa, il Magnifico rettore, Stefano Bronzini, ne ha dato notizia: “ Sospensione attività sede didattica Medicina a Taranto. I candidati che hanno espresso preferenza per la sede di Taranto e/o a detta sede assegnati in base alle graduatorie pubblicate sul sito di Ateneo, sono ammessi alla frequenza dei corsi di Laurea magistrale in “Medicina e Chirurgia” presso la sede didattica di Bari. Il provvedimento decorre da lunedì 28 ottobre 2019. Le modalità di ammissione agli insegnamenti svolti nella sede didattica di Bari saranno pubblicate sul sito Uniba a cura della Presidenza della Scuola di Medicina, entro venerdì 25 ottobre, ore 13.00.Il Rettore ringrazia tutti gli artefici istituzionali del progetto “Medicina Taranto” che hanno partecipato al comune desiderio di costituzione di una realtà formativa anche in ambito sanitario, certo che il cammino intrapreso potrà trovare piena realizzazione in un prossimo futuro.”
La succubanza della sede ionica all’ateneo barese sembra essere una tradizione irrinunciabile, evidentemente. Sì, perché dietro questa decisione di sospensione, ci sarebbero le proteste degli studenti iscritti, che avevano espresso il loro disagio nel doversi spostare e frequentare il corso a Taranto, pur avendo indicato nelle preferenze, al momento dell’immatricolazione, la sede di Bari.
Nel bando di ammissione al corso di Laurea, all’articolo 10, viene espressamente precisato che gli studenti immatricolati possano sì, selezionare opzione di preferenza per la sede, ma che la scelta venga subordinata alla posizione occupata in graduatoria e al numero di posti disponibili: 237 posti nella sede di Bari e 60 posti a Taranto.
Dei 60 posti disponibili a Taranto, sono 48 gli studenti immatricolati ( 4 avevano espresso preferenza per Taranto e 48 provenienti dalle altre province pugliesi).
Nessuna sorpresa, dunque, per gli studenti ammessi – secondo il parametro della graduatoria – alla sede di Taranto. Eppure, già prima dell’avvio dell’anno accademico 2019/2020, in data 14 ottobre (9 giorni fa), le proteste di genitori e degli ammessi al corso, si erano fatte sentire.
La Cittadella della Carità, atta ad ospitare gli studenti di “Medicina e Chirurgia”, aveva messo a disposizione dodici aule, il laboratorio di analisi, area parcheggio riservata e servizio mensa.
Immaginiamo che il Rettore abbia ritenuto necessario, nell’interesse degli studenti, far convogliare tutti gli iscritti nella sede barese.
Il commento del sindaco, Rinaldo Melucci, alla notizia: “Abbiamo convintamente e materialmente sostenuto l’Università degli Studi Aldo Moro in ogni fase di questo insediamento, che ci sembra solo per motivazioni burocratiche e qualche futile interesse di parte stia slittando di almeno un anno. Pur comprendendo gli impedimenti di natura tecnico-amministrativa, non potevamo non esprimere un profondo rammarico al Magnifico Rettore ed al Miur – si legge ancora nella nota – per la frettolosa decisione di frenare questo avvio, che tanto entusiasmo e tanta speranza avevano già ingenerato nella città. Taranto meritava uno sforzo maggiore e una logica meno ingessata, considerato il suo storico contributo al Paese. Ora ci attendiamo chiarezza ed atti formali per assicurare il corso del 2020-21. Fino ad allora” – conclude il primo cittadino – “saremo nostro malgrado costretti a sospendere gli effetti e le contribuzioni di cui al recente accordo di programma siglato tra il Comune di Taranto e l’Università degli Studi Aldo Moro. Università che sentiamo di tutti i pugliesi e che forse qualcuno anacronisticamente ritiene ancora esclusivamente barese. Confermiamo la massima collaborazione al Prof. Bronzini ed alla sua struttura, ma adesso chiediamo un serio ed articolato piano di rilancio della presenza universitaria a Taranto, fondamentale per la auspicata svolta della comunità ionica.”
Questa decisione resta, ad ogni modo, un segnale sconfortante, non solo sul piano dell’offerta universitaria, ma anche nell’ambito dello sviluppo e della crescita della città, che nei diversi settori essenziali allo sviluppo, sembra restare in perenne ombra.
A tal proposito, la pagina Facebook “Comune di Baranto”, ci definisce sarcasticamente “colonia barantina”. Possiamo davvero dargli torto?