Trovato il corpo senza vita di un uomo di 63 anni – Donato Carbone – a Cernusco sul Naviglio, una frazione di Milano. L’uomo, originario di Taranto, risiedeva da diversi anni in Lombardia ed è stato ritrovato morto nella sua auto, all’interno del garage in un condominio di via Don Milani, al civico 17, in cui viveva.
Freddato con diversi colpi di arma da fuoco, intorno alle ore 19 di mercoledì 16 ottobre., gli spari sono stati sentiti distintamente da diversi condomini. A scoprire il corpo senza vita dell’uomo è stato un residente che ha chiamato i carabinieri della stazione locale. Arrivati sulla scena del delitto, i carabinieri di Cernusco e Cassano d’Adda hanno ascoltato tutti i possibili testimoni e raccolto ogni elemento utile all’indagine, per riuscire a ricostruire le ultime ore di vita della vittima e trovare indizi decisivi nell’identificazione del killer.
Secondo le prime ipotesi del medico legale, che fino alle 23 di ieri sera ha effettuato i primi rilievi sul cadavere dell’uomo e che eseguirà l’esame autoptico nei prossimi giorni, il 63enne sarebbe stato colpito da 10 colpi di arma da fuoco, esplosi ad una distanza ravvicinata. Il numero dei colpi inferti e la distanza da cui questi sono stati esplosi, potrebbero rappresentare un elemento utile agli investigatori per capire la natura dell’omicidio.
E’ caccia all’uomo, mentre le indagini, a cura dei carabinieri di Cernusco, Cassano d’Adda, di Monza e del Nucleo investigativo di Milano, sono incentrate sul possibile movente di questo raid, avvenuto mentre l’uomo faceva rientro nella propria abitazione e parcheggiava la propria auto. E’ plausibile che il killer abbia atteso, nascosto nel garage, che la vittima facesse rientro a casa e che, approfittando dell’assenza di videosorveglianza, possa aver agito con la certezza di non essere visto da nessuno, per poi darsi alla fuga.
L’omicidio si è consumato in una zona periferica di Milano, in un complesso di edifici con ingressi separati ai palazzi e diversi box nel piano interrato.
Il 63enne – ritrovato nella sua auto, poco lontana dal box – aveva solo un piccolo precedente per droga, risalente a molti anni prima. Gli inquirenti – che stanno indagando nel passato della vittima per carpire qualsiasi elemento utile all’identificazione dell’assassino (o assassini) – non si sono espressi sul movente dell’azione delittuosa, lasciando al vaglio diverse ipotesi.