In queste ore Arcelor Mittal, in maniera del tutto piratesca e provocatoria, sta inviando, attraverso il proprio portale digitale, le lettere di collocazione in cassa integrazione con causale covid-19 per ulteriori circa 1000 lavoratori. Tale scelta avviene senza il coinvolgimento del sindacato nonostante oggi ci sia stato un incontro tra organizzazioni sindacali e multinazionale per comunicare la fermata di alcuni impianti. Inoltre, le stesse fermate non hanno una chiara motivazione se non quella di suscitare l’ira dei sindacati e dei lavoratori stanchi di subire ricatti da un’azienda che continua, nel suo braccio di ferro con il governo, a dettare l’agenda sul futuro ambientale, occupazionale e produttivo di Taranto e dell’intero Paese.
Infatti, in merito a quanto comunicato oggi da Arcelor Mittal alle organizzazioni sindacali sulla fermata di alcuni impianti dell’area a freddo, tra questi il laminatoio a freddo e il treno lamiere, riteniamo che non sia possibile come tutti gli ordini, precedentemente acquisiti dalla multinazionale, abbiano subito dei rallentamenti da parte delle aziende interessate. Nello specifico gli ordini che al momento non risultano essere sospesi provengono da aziende diverse tra loro così come diversi sono i prodotti venduti. Inoltre, se gli ordini non sono stati sospesi ma “rallentati”, così come comunicato dall’azienda durante l’incontro odierno, non è per nulla sostenibile dal punto di vista economico avviare gli impianti e poi fermarli senza un valido motivo.
Il governo deve immediatamente convocare le parti affinché si possa affrontare seriamente il ruolo di strategicità del sito di Taranto e deve farlo prima che sia troppo tardi. Il fatto che in serata arrivino lettere di collocazione in cassa a circa il 90% del totale della manutenzione centrale con ulteriore ridimensionamento delle manutenzioni meccaniche ed elettriche di reparto segnalano, di fatto, un graduale abbandono della multinazionale. Un abbandono e/o un possibile tentativo di ridiscutere quanto sottoscritto nel contratto dello scorso marzo con Ilva in As non deve ricadere sulla sicurezza dei lavoratori, sull’ ambiente e sulla salvaguardia impiantistica.
Una multinazionale non può continuare a dettare l’agenda politica, il governo deve intervenire senza indugi e cambiare definitivamente rotta.
Taranto, 14/05/2020