Un periodo di riflessione utile per studiare e aggiornarsi. Questo è stato, in sintesi, l’ultimo bimestre di Mino Rivizzigno, responsabile delle attività coordinative e preparatore fisico dell’attività agonistica della Giovani Cryos, ai box, come quasi tutto il mondo sportivo, a causa dell’emergenza legata al covid – 19.
“In questi mesi è stato tutto molto strano. Prima del covid ero in campo almeno 6 giorni su 7, praticamente la mia quotidianità. Di colpo, mi son dovuto adattare: ho approfittato di tutto questo tempo libero per approfondire i miei studi e confrontarmi con tanti professionisti: ho cercato di investire su me stesso, devo dire con risultati gratificanti e ho ancora più fame di prima. Certo, il campo mi manca moltissimo”.
Qual è stata la strada indicata dal “prof” (come è stato ribattezzato all’interno del sodalizio biancoverde) in queste settimane così difficili? “In piena quarantena credo che il compito più difficile sia stato prima di tutto dare loro forza e motivazione per non mollare. In questo senso lo sport è maestro di vita e il modo in cui hanno risposto ha riempito di orgoglio tutti noi. Ai più piccoli ho chiesto creatività ed iniziativa, facendo costruire a loro stessi le esercitazioni e stimolandoli ad utilizzare tutto ciò che avevano in ‘strumenti da lavoro'”.
“Con i più grandicelli – continua Rivizzigno – ho costruito programmi su misura, considerando ciò che era possibile fare all’interno delle 4 mura di casa, cercando di tenere una forma fisica accettabile e fornendo stimoli coordinativi comunque allenanti. Ho creato anche delle sfide in cui si stanno cimentando, con risultati e classifiche, per tenere viva la sana competizione e quindi la motivazione”.
Inevitabile l’elogio alla Cryos, autentico punto di riferimento sul territorio per lo smartworking applicato ad una scuola calcio: “La Cryos tutta ha dimostrato grandi capacità di adattamento e trasformazione. Dal presidente Lafratta e il direttore De Vita, fino ai dirigenti ed istruttori, tutti hanno saputo reinventarsi e cimentarsi in questa nuova realtà, dando dimostrazione di come la nostra società non sia una semplice scuola calcio, ma un vero e proprio veicolo sociale e formativo a 360°. Società, staff, ragazzi e genitori: legami che si sono ancor più rafforzati in queste settimane e che ci rendono ancora più orgogliosi e consapevoli di far parte di un’unica grande famiglia”.