Carlo Martello, Segretario generale di Confcooperative Taranto lancia l’allarme: «è necessario che le Pubbliche Amministrazioni del nostro territorio adottino, nel più breve tempo possibile, le decisioni che competono loro per effetto dell’Articolo 48 del Decreto Legge 18/2020, il cosiddetto come Decreto Cura Italia».
«Questo articolo – spiega Carlo Martello – si riferisce alla sospensione dei servizi educativi e scolastici ex art.2 del D.Lgs 65/2017 ed anche alla sospensione delle attività sociosanitarie e socioassistenziali nei centri diurni per anziani e per disabili, stabilendo che le Pubbliche Amministrazioni forniscano dette prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza avvalendosi del personale già impiegato in tali servizi, contribuendo così a mantenere i livelli occupazionali, cosa importantissima in questo momento».
Lo stesso Articolo, inoltre, dispone che le Pubbliche Amministrazioni individuino le priorità da soddisfare rimodulando il servizio tramite coprogettazioni con l’ente gestore, ovvero cooperative sociali ed altri soggetti del Terzo Settore.
Il Segretario generale di Confcooperative Taranto precisa che «i soggetti gestori possono persino evitare gli ammortizzatori sociali in quanto la norma in questione autorizza le Pubbliche Amministrazioni al pagamento dei servizi sospesi, in modo che il soggetto gestore non sopporti costi in perdita di alcun genere; si tratta di un soggetto gestore che, sottolineo, appartenendo al Terzo Settore non fa della dotazione patrimoniale la sua caratteristica fondamentale».
Peraltro durante la sospensione dell’attività, per nulla imputabile alle cooperative ed altri perché l’impossibilità della prestazione deriva dalle cause straordinarie legate alla pandemia di Coronavirus, gli Enti gestori continuano a sopportare notevoli costi anche non connessi ai lavoratori utilizzati.
Carlo Martello conclude con un pesante j’accuse «a fronte di questa emergenza nell’emergenza, non appare un particolare dinamismo da parte delle Pubbliche Amministrazioni che, certamente impegnate in ben più importanti problemi, sembrano dimenticare da una parte l’obbligo che loro impone il citato articolo 48, e dall’altro la necessità di non abbandonare al loro destino, certamente infausto, tutti quegli Organismi associativi che in altri tempi hanno concorso in modo encomiabile all’efficienza dei servizi agli svantaggiati nel nostro territorio».