Di fronte a moltissimi operatori sanitari, medici di base e pediatri, infettati in Italia, alcuni dei quali morti, si impone una riflessione seria sul fatto che ci sia qualcosa che non va nella protezione individuale.
Appare evidente come, in questa triste storia, il tributo pagato dal personale sanitario sia notevolmente pesante. In ragione di tutto ciò ci appaiono largamente insufficienti le dotazioni dei dispositivi di protezione individuale di cui sono dotati gli operatori del nostro Ospedale San Marco, dei medici di base e dei pediatri.
Ad oggi non si conoscono ancora le modalità e i tempi di distribuzione dei DPI per il personale sanitario tant’è che esiste una persistente insufficienza di mascherine, tute anticontaminazione e occhiali protettivi.
In questi giorni sono state numerose le “denunce” da parte di numerosi operatori che ribadiscono il sacrosanto diritto di lavorare in piena sicurezza, preoccupati anche del fatto che al San Marco arrivano pazienti da altri presidi ospedalieri per i quali non è previsto nemmeno il tampone faringeo come principale misura di sicurezza per gli operatori e per gli stessi ricoverati.
Non è sicuramente una situazione da sottovalutare ed è per questo che chiediamo agli organi di stampa di sostenere i medici e gli infermieri per rendere note le condizioni in cui operano.
Inoltre chiediamo, in primis al Presidente della Regione Michele Emiliano e al direttore generale dell’ASL/TA Stefano Rossi, di intervenire immediatamente fornendo quanto prima la nostra struttura di tutti i DPI necessari a operare in piena sicurezza e di fornire medici e pediatri di base delle stesse protezioni.
Francamente non sappiamo quanto possa durare l’emergenza ed è per questo che reputiamo gravissima la mancanza dei dispositivi di protezione all’interno di una struttura ospedaliera che come sappiamo, da piano di riordino, ospita pazienti lungo degenti i quali necessitano di cure e attenzioni continue; ma affinché questo avvenga è necessario mettere in sicurezza gli operatori