Dottor Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana,
adesso anche lei conosce la paura; forse solo adesso riesce a mettere nel giusto ordine i diritti che la nostra Repubblica democratica tutela attraverso la Carta costituzionale.
Ascoltarla dichiarare, solo in presenza dell’immane tragedia che stiamo affrontando, che la salute è la principale priorità del suo governo è deprimente; per noi tarantini, risulta essere anche un’insopportabile offesa.
La salute, dottor Conte, è l’unico diritto riconosciuto come fondamentale dalla nostra Costituzione. Lo sa già, anche per il semplice fatto di averglielo noi stessi ricordato più volte, senza ottenere risposta alcuna (questo la allinea, Presidente, in continuità con i suoi predecessori).
I decreti a sua firma, con prescrizioni dure ma necessarie che trovano concordi anche noi, hanno ottenuto e continuano ad ottenere risultati confortanti. Il popolo tutto è stato chiamato a collaborare e i cittadini stanno rispondendo positivamente. Ogni attività, ogni produzione – anche di interesse nazionale – è stata fermata perché in questi giorni l’interesse nazionale si è spostato su produzione e distribuzione di generi alimentari e beni di primissima necessità per affrontare al meglio la drammatica situazione sanitaria che ha coinvolto l’intero pianeta. Da questo punto di vista, il Governo italiano ha fatto scuola, tracciando per primo linee guida apprezzate ed adottate da moltissime nazioni.
Tuttavia, ci riesce difficile capire la ragione che spinge il suo governo ad una differente valutazione e un diverso trattamento quando si tratta dello stabilimento siderurgico di Taranto, al quale vengono concesse, in barba perfino alle esigenze presentate dalle organizzazioni sindacali, deroghe inaccettabili e pericolose per la salute non solo dei dipendenti e dei cittadini della provincia jonica, ma dell’intero meridione d’Italia. Vero è, purtroppo, che la pruriginosa voglia di trattenere il gruppo ArcelorMittal in Italia anche oltre il volere della stessa multinazionale porta, come già dimostrato ampiamente nel recente passato, a concedere a quest’ultima qualsiasi cosa, al punto che, ad oggi, a Taranto, giusto per fare un esempio, si parla ancora di wind days. E di malattie. E di morte.
Il dottor Demetrio Martino, appendice del Governo nella nostra provincia, ha assunto decisioni che riteniamo irresponsabili e che potrebbero di fatto consentire una deleteria diffusione del virus COVID-19. E’, questo, un comportamento ben lontano da quello che ci si potrebbe attendere da un servitore dello Stato; un comportamento che ancora una volta scava ancor più in profondità quel solco che storicamente divide due parti della stessa nazione.
Il prefetto Demetrio Martino, decidendo per l’impiego di una forza lavoro pari a 5.500 unità (3.500 diretti e 2.000 dell’indotto – il numero di addetti richiesto da Mittal a fine 2019 “per produrre il massimo con due altoforni ed una sola acciaieria in marcia”, come si legge in una nota dell’organizzazione sindacale USB) in questo periodo di particolare emergenza, non rassicura la popolazione circa un’eventuale diffusione dell’epidemia, in particolare dopo il caso di coronavirus che ha colpito un dipendente cui è stato concesso di abbandonare lo stabilimento a mezzo taxi, come da più parti riportato. Immaginiamo che il prefetto abbia adottato queste decisioni dopo essersi consultato con il Governo, vista la materia in oggetto; per questo, dottor Conte, a meno che non voglia confrontarsi urgentemente con il prefetto, riterremo lei ed il suo governo i principali responsabili delle eventuali emergenze che colpiranno nel prossimo futuro il nostro territorio, anche al di là dei già conosciuti danni che la produzione a caldo di acciaio produce alla salute dei tarantini e alla salubrità dell’ambiente. Per questa ragione, ritenendo tale comportamento una ulteriore violazione del diritto alla vita dei tarantini, i nostri legali si faranno carico di portarlo all’attenzione della Corte Europea dei Diritti nel procedimento tuttora pendente contro lo Stato italiano.
Si è servitori dello Stato, non servi di un Governo, per una semplicissima ragione, dottor Conte: lo Stato è ogni cittadino che lei, il suo governo e tutti i prefetti dovreste servire.
Ass. Genitori tarantini – Ets
Ets-Odv E.R.A.V. sez. Città di Monteparano – N.O.E.
Aps LiberiAmo Taranto
Comitato Quartiere Tamburi
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