«Esprimiamo forte perplessità e delusione su quanto ufficializzato attraverso provvedimento della Prefettura, al termine delle consultazioni del prefetto circa l’esercizio dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto in questa fase emergenziale per il Coronavirus».
Così il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto brindisi, Biagio Prisciano, dopo aver appreso durante l’incontro con i vertici di Arcelor Mittal che nello stabilimento siderurgico ex Ilva Taranto, sino al 3 aprile, causa Coronavirus, è sospesa l’attività produttiva ai fini commerciali, ma viene solo garantito il mantenimento e la salvaguardia impianti e sicurezza, impiegando 3500 operai diretti e 2000 dell’indotto nelle 24 ore.
La decisione del prefetto è giunta in seguito ai pareri raccolti da Custode Giudiziario, Commissari Straordinari, Responsabile Spesal Taranto, Comandante Vigili del Fuoco Taranto, Comandante Vigili del Fuoco Bari.
«Da una prima lettura del decreto del prefetto di Taranto, Demetrio Martino – aggiunge Prisciano – non è chiaro il passaggio legato alla “sospensione dell’attività produttiva ai fini commerciali”. In questo modo, implicitamente, con una presenza in fabbrica 3500 unità, nei tre turni, su una forza di 8200 di diretti, si dà un’identità precisa alle “comandate”. Rimaniamo titubanti sulla salvaguardia della salute dei nostri colleghi ArcelorMittal, ai quali si aggiungono i 2000 dell’indotto. Oltre cinquemila persone in campo, ogni giorno, a rischiare la vita. Come Fim da diversi giorni chiediamo misure più restrittive sulle attività indispensabili da lasciare aperte. Serve – conclude Prisciano – limitarsi senza eccezione alcuna, alle sole attività essenziali per ridurre la mobilità dei lavoratori».
Ribadiamo con forza che la salute dei lavoratori viene prima di ogni cosa e della produzione.
Taranto, 26 marzo 2020