Taranto – «È un’emergenza nell’emergenza: le gelate delle ultime ore e le nevicate primaverili sono il colpo di grazia per l’agricoltura pugliese. Gli effetti dei cambiamenti climatici si materializzano davanti ai nostri occhi. Non c’è pace per i produttori sull’altalena delle calamità, già alle prese con le ripercussioni dell’emergenza Coronavirus. Inizia per noi l’ennesima conta dei danni provocati da un repentino calo delle temperature che non lascia scampo alle nostre colture».
Ad affermarlo, dopo le precipitazioni nevose fuori stagione delle ultime ore e le temperature in picchiata, è il presidente di CIA Puglia Raffaele Carrabba; per il momento la perturbazione ha risparmiato solo il Salento.
AREA DUE MARI Nella zona occidentale di Taranto gli agrumi erano in piena fioritura ed eventuali danni si potranno quantificare solo tra qualche giorno. Lo stesso dicasi per i vigneti, in particolare quelli sotto copertura, che sono nella fase di ripresa vegetativa. Tanta paura per le mandorle in fioritura o da poco terminata, a seconda delle varietà. Per fortuna, il vento, seppur problematico, attenua il rischio di eventuali gelate notturne. Carciofi e ortaggi, nel Brindisino, in molti casi, sono rimasti nei campi: le aziende del Nord non ritirano più la merce. Si riscontrano problemi nella commercializzazione anche nei mercati ortofrutticoli di Fasano e Francavilla.
AREA LEVANTE Si teme soprattutto per le colture orticole, rape, cavoli, broccoli, carciofi, fave novelle. A rischio i mandorli, i ciliegi in fiore e le varietà precoci di uva da tavola. Sono in pericolo anche gli ulivi: dovessero abbassarsi ulteriormente le temperature si riconfigurerebbe lo scenario del 2018, quando il freddo ha compromesso la campagna olivicola e le piante. Le culture cerealicole, già provate dalla siccità, ora rischiano un colpo mortale per le gelate. Le zone a Sud Est della provincia di Bari risultano le più colpite.
CAPITANATA Nel Tavoliere delle Puglie, una delle principali piazze italiane del grano, sono proprio le colture cerealicole le osservate speciali. La pioggia tardiva, pure prevista in questi giorni, darà ossigeno ai grani in buono stato, gli altri potrebbero essere già spacciati. Gli asparagi, in procinto di essere raccolti, potrebbero aver subito i danni del freddo. I raccolti giornalieri, bloccati, si rivedranno tra due settimane.
«La bizzarria del tempo è dimostrata nei fatti: non piove ormai da mesi, i giorni scorsi sono stati caldi ed ora siamo ripiombati nell’inverno. Tutto ciò dimostra, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che non c’è più tempo da perdere e occorre garantire con polizze adeguate le colture da tutti i vari rischi a partire dal primo gennaio fino al 31 dicembre, visto e considerato che l’agricoltura è una fabbrica a cielo aperto, come ormai ripetiamo inascoltati da diversi anni – conclude il presidente Carrabba – Il settore non si sta risparmiando in questa emergenza Coronavirus, ma servono risorse consistenti per fare ripartire più forte di prima la nostra agricoltura».