«Siamo di fronte a un paradosso e un nuovo rischio: stiamo continuando a mantenere aperte alcune attività senza però formarle in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. E ora, in molti sono preoccupati». È la denuncia congiunta di Confederazione Aepi (con Assidal, Anap e Assoprevenzione) e i sindacati Ciu- Unionquadri e Firas- Spp.
Proprio in un momento così difficile, risulta fondamentale erogare questo tipo di formazione a chi è sul campo. Fabbriche, settore edile, trasporti, ma anche comparto sanitario e alimentari passando per chi è impegnato nella disinfestazione e igienizzazione dei luoghi pubblici: sono alcune delle categorie particolarmente esposte che stanno continuando a garantire beni primari. Ma senza essere adeguatamente formate. Da qui la lettera inviata ai ministri del Lavoro e degli Affari Regionali, Catalfo e Boccia, per chiedere la possibilità di un aggiornamento a distanza.
«Vista l’evidente impossibilità di erogare la formazione in modalità frontale in base alle giuste restrizioni del Governo- commenta Anthony Vitali per Firas- Spp – chiediamo che la stessa possa avvenire a distanza, con una rimodulazione, ad esempio in videoconferenza. Non si possono lasciare soli i lavoratori proprio in questa fase. Quando sorge un nuovo rischio, come è in questo caso il coronavirus, la prima cosa da fare è la consultazione e la formazione per preparare al meglio le risorse umane che lavorano nelle aziende. Diversamente ci si trova di fronte ad un rischio non gestito. Questo tipo di formazione non può essere fermata, anche perché riguarda quei lavoratori che in questo momento stanno garantendo la sopravvivenza del Paese».
Ecco allora la richiesta di una formazione a distanza ma quanto mai necessaria. «In molti ci hanno contattato- spiega il presidente di Aepi Mino Dinoi- chiedendo un nostro intervento. Professionisti, imprese e associazioni: sono preoccupati e non vogliono tirarsi indietro, ma chiedono nozioni adeguate per fronteggiare questo momento così difficile. Come Confederazione, ci stiamo facendo portavoce di tutte quelle realtà che, per responsabilità e tipologia, devono restare aperte, provando a creare un raccordo tra le loro istanze e le scelte della pubblica amministrazione. In questo contesto, formare adeguatamente i lavoratori con modalità e-learning e videoconferenza potrebbe essere quanto mai opportuno. A garanzia di quei lavoratori che non possono restare a casa. E di tutti i cittadini che usufruiscono dei servizi di prima necessità offerti proprio da quei lavoratori».