Una delegazione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Taranto, guidata dal Presidente avvocato Fedele Moretti, ha partecipato alla cerimonia dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario nel Distretto di Lecce.
Con il Presidente sono intervenuti gli avvocati Antoniovito Altamura, vicepresidente, Francesco Tacente, tesoriere, e i consiglieri Fabrizio Todaro e Giovanni Albano; presente a Lecce anche l’avvocato Egidio Albanese, presidente del Consiglio Distrettuale di Disciplina.
Nell’occasione il presidente Fedele Moretti ha dichiarato «ho ascoltato con grande attenzione la relazione inaugurale del presidente della Corte D’Appello di Lecce, Lanfranco Vetrone, e non posso non convenire con lui quando, parlando della riforma della prescrizione, ha rilevato che “non appaia ragionevole consentire che il singolo rimanga vincolato per anni nel limbo dell’attesa di giudizio: quasi ibernato in attesa di una pronuncia che mai arrivi sollecitamente e lo sgretoli in una tensione nervosa sine die”, come anche quando ha sottolineato che questa normativa porterebbe a «ricadute negative inimmaginabili sia sull’imputato, penalizzato sul piano sociale, lavorativo, familiare, di carriera, e specialmente sulle vittime del reato, destinate a patire in attesa del miraggio del risarcimento del danno».
Fedele Moretti ha poi spiegato che «nell’occasione gli Ordini Forensi hanno consensualmente deciso di far sentire una sola voce, quella del presidente distrettuale Antonio De Mauro, che è stato bravissimo nell’evidenziare come la riforma della prescrizione rappresenti un obbrobrio indegno della cultura giuridica del nostro Paese, esprimendo con tono fermo e civile la protesta dell’Avvocatura tutta!».
Si è poi rimarcato che la lunghezza dei processi non dipende, come qualche magistrato e parte dell’opinione pubblica affermano, dal numero e/o dalle attività degli avvocati, che restano baluardo insostituibile nella difesa dei diritti.
«È stato molto apprezzato – ha poi sottolineato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto – anche il punto sulle riforme dei processi, che vanno nella direzione delle modifiche nel rito piuttosto che in quella degli investimenti in mezzi e uomini, che appaiono invece necessari per rispondere alla domanda di giustizia che arriva dalla società civile».
Fedele Moretti ha poi definito «importante il cenno alla situazione che caratterizza la nostra città, al “processo Ilva”, alle condizioni in cui versano gli edifici giudiziari e alla necessità che si intervenga con urgenza, perché Taranto non può più aspettare».
«In sintesi quello degli Avvocati – ha concluso Fedele Moretti – è stato un intervento autorevole, chiaro, puntuale, di alto profilo, degno di una Avvocatura conscia del proprio ruolo, libera nel pensiero e nelle azioni, che non ha bisogno di urlare per far sentire le proprie ragioni».
Taranto, lì 05 febbraio 2020