Detti dipinti, originariamente fissati alle carenature lignee delle volte, furono schiodati dalle loro sedi negli anni ’80 per consentire i lavori di consolidamento statico dei richiamati immobili.
Dopo anni di giacenza presso il laboratorio il restauro della Capitale che ne curò il distacco, le tele, sezionate ( fino a oltre dieci metri di lunghezza), furono riportate a Taranto nel 2015, dove sono tuttora custodite.
Tenuto conto dell’importanza sotto il profilo storico artistico di detti beni, che appartengono alla comunità, l’Amministrazione ha ritenuto doveroso operare nella direzione del recupero e della valorizzazione dei medesimi.
Pertanto, a distanza di quattro anni dalla riconsegna, il sindaco Rinaldo Melucci ha valutato opportuno procedere ad una attenta conoscenza dei dipinti sia riguardo allo stato di conservazione, che riguardo alla reale consistenza con particolare riferimento alla integrità e completezza dell’apparato iconografico.
Tale prima fase conoscitiva si pone inoltre l’obbiettivo di elaborare uno specifico progetto di restauro, corredato da un quadro economico imprescindibile per rintracciare le relative possibili fonti di finanziamento.
L’ Amministrazione Comunale, consapevole che tale iniziativa, di complessa attuazione, richieda il coinvolgimento di più soggetti istituzionali che concorrano al buon esito della stessa, anche sotto il profilo scientifico, ha sottoscritto un Protocollo d’intesa in data 16 Settembre 2019 con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, il Politecnico di Bari, ed il Comando Marina Militare di Taranto.
L’iniziativa del sindaco Melucci, messa a punto con la collaborazione dell’assessore Ressa che ha seguito negli anni i lavori di restauro dei due immobili interessati, vede ora i primi esiti, a seguito degli interventi di restauro eseguiti dal personale tecnico della Soprintendenza all’interno del laboratorio organizzato all’interno della Sala Spagnola del Castello, messa a disposizione dall’Ammiraglio Salvatore Vitiello, ed allestito grazie al contributo degli Amici dei Musei di Taranto e dell’ANCE.
I funzionari restauratori della Soprintendenza, hanno ricostruito digitalmente la composizione delle tele, sulla scorta della documentazione fotografica disponibile ed hanno testato le possibili tecniche di rimozione delle velinature applicate sui dipinti al momento del trasporto da Roma a Taranto.
Oggetto di studio è stata, ed è tutt’ora, la grande tela (oltre 10 metri di lunghezza) del Palazzo Fornari con la raffigurazione del Giudizio di Paride, costituente la parte centrale della volta del salone principale. Il dipinto, che si trovava avvolto in un rullo, presenta lo strato pittorico protetto da carta incollata in maniera disomogenea, la cui rimozione appare particolarmente complessa. La porzione liberata dalla velinatura consentirà, con il contributo scientifico del Politecnico di Bari, di analizzare i materiali costitutivi e di valutare le forme di degrado presenti. Le informazioni raccolte consentiranno inoltre di elaborare un progetto di restauro e di studiare la tecnica utilizzata dall’artista per l’esecuzione del dipinto su tela.
Il progetto di ricerca e restauro di alto profilo scientifico, costituisce un ulteriore momento di collaborazione istituzionale per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale di Taranto, obbiettivi che sono in cima all’agenda dell’Amministrazione Melucci.