“Per andare oltre l’Ilva, per costruire futuro a Taranto, per giocare la partita vera della nostra città nel 2016 chiesi, e ottieni, al presidente della Regione di poter fare una legge speciale per Taranto e un piano strategico di sviluppo. Nell’agosto 2016 ebbi l’incarico, nel marzo 2017 presentai la proposta di legge, nel gennaio 2018 la Legge fu approvata in Consiglio Regionale. Poi per attuarla occorreva reperire risorse finanziarie. Per questo ho fatto inserire nei vari bilanci regionali dei fondi ma i fondi veri a cui attingere sono quelli europei che passano per il tramite della Regione. Sabato scorso il presidente della Regione, Emiliano, insieme all’assessore regionale Borraccino, al direttore di Asset, Sannicandro, alla presenza del sottosegretario Mario Turco, del sindaco di Taranto, Melucci, e del presidente della Provincia, Gugliotti, ha presentato il lavoro che noi abbiamo chiesto, avviato e, in gran parte, realizzato parlando di investimenti per 1 miliardo e 800 milioni. A fronte di queste cifre la speranza è che si tratti di soldi veri e che non si tratti, invece, di campagna elettorale”.
È netto Gianni Liviano, consigliere regionale tarantino, nel commentare la presentazione del piano strategico Taranto futuro prossimo avvenuta sabato scorso a Palazzo di città.
“Non si riesce a capire dove si reperiranno i fondi, stiamo parlando, lo ricordo, di 1 miliardo e 800 milioni ipotizzati per dare pieno compimento agli investimenti che sono previsti nel piano strategico, e con quali strumenti dal momento che stiamo parlando di cifre per le quali è fuori discussione che si possa attingere dal bilancio ordinario della Regione Puglia. Ora, è stato detto che 1 miliardo e 300mila euro sono fondi stanziati dal Cis. Bene – sottolinea il consigliere regionale tarantino – trattandosi di tantissimi soldi il rischio dell’intervento a pioggia, o meglio dell’intervento che non vede l’utilità strategica del cambiamento, è molto alto”.
Per questo motivo, fa presente ancora Liviano, poiché esiste un’opportunità che Taranto si doti davvero di un piano strategico che preveda una visione di città da oggi a 30/40 anni, magari una visione post-Ilva attuale, “forse diventa necessario che ai tavoli oltre che la presenza dei tecnici sia assicurata anche quella della componente politica. I piani strategici funzionano quando facilitano il cambiamento culturale nel modo di pensare, prima, e di agire, dopo, sino a comportare quella rigenerazione comunitaria di cui Taranto ha bisogno”.