“Dopo tantissime richieste, dopo che più volte ho alzato la voce, finalmente la Regione Puglia ha licenziato, prevedendo finanziamenti importanti, il Piano Strategico Taranto futuro prossimo da me fortemente voluto e conseguenza della nostra Legge Speciale per Taranto. Questa volta devo ringraziare la Giunta regionale per la decisione adottata. Adesso sarò vigile perché questi soldi si reperiscano e si stanzino veramente (stiamo parlando di 1 miliardo 800 milioni che andranno però trovati al di fuori del bilancio regionale) per poi essere spesi in maniera corretta”.
Così Gianni Liviano, consigliere regionale tarantino, alla notizia che la Giunta regionale ha proceduto, nella serata di lunedì, all’approvazione del piano strategico propedeutico all’applicazione della legge regionale speciale per Taranto approvata ormai circa un anno fa, era il 16 gennaio.
“L’approvazione del piano strategico cade in un momento particolarmente delicato e importante per la città”, commenta Liviano. “Poter contare su risorse certe – aggiunge il consigliere regionale tarantino – vuol dire poter pensare ad una vision del futuro di Taranto e dare forza ad uno strumento, la legge Taranto, che può essere davvero fondamentale in ottica di una riconversione economica e di una alternativa di sviluppo nonché una visione strategica della stessa città. Del resto – aggiunge Liviano – la legge speciale ha preso le mosse dal fatto che in Europa, e nel mondo, molte città hanno mostrato la capacità di invertire con successo le proprie condizioni di declino, apparentemente inesorabile, in nuove prospettive di futuro ricreando condizioni competitive e di coesione sociale. Sono città di media grandezza, spesso legate da un destino comune legato al ciclo di vita di grandi imprese storicamente lì insediate.
Il destino delle One Company Town appare segnato quasi sempre da grandi investimenti industriali, dall’abbandono urbano e dal degrado dei processi di de-industralizzazione legati alla fase discendente del ciclo di vita degli investimenti di grandi industrie. L’obiettivo strategico – conclude Liviano – deve essere quello di consentire alla nostra città di riappropriarsi, dello spirito identitario del territorio e cancellare, così, il marchio Ilva per riconvertire l’economia tarantina partendo proprio dalle infrastrutture. Siamo consapevoli che il destino di Taranto non sia soltanto una questione legata all’intensità dei flussi economico-finanziari che sarà possibile destinare allo sviluppo del suo territorio ma che, alla pari dei migliori casi internazionali di città che hanno dimostrato la capacità di invertire con successo la rotta di un destino apparentemente inesorabile, essa è soprattutto indissolubilmente legata alla capacità della comunità territoriale di ritrovare una propria Identità positiva. Dobbiamo fare in modo che a Taranto si possano creare dei poli formativi importanti, coerenti con le vocazioni del territorio, affinché i nostri ragazzi non solo si laureino ma possano rimanere qua perché trovano poi quelle attività produttive che permettono loro di lavorare subito”.