I militari della Guardia Costiera di Taranto, diretti dal Comandante Giorgio Castronuovo e Il R.O.AN. Guardia di Finanza di Bari – Sezione Operativa Navale di Taranto hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare – ai domiciliari – nei confronti di altrettanti soggetti, specializzati nella pesca di frodo mediante l’impiego di ordigni esplosivi.
L’operazione “Tritone”, messa a segno questa stamattina, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, scaturisce dal rinvenimento e sequestro di 7 kg di materiale esplosivo del tipo ANFO (Nitrato di Ammonio) e di alcuni pezzi di tritolo, nelle adiacenze della banchina di ormeggio dei pescherecci nella città vecchia di Taranto.
Sono pertanto state attivate articolate e complesse indagini, anche tecniche, eseguite, a partire dal mese di novembre 2018, dalle Fiamme Gialle e dalla Capitaneria di Taranto, che hanno consentito di ricostruire nel dettaglio l’attenta e complessa organizzazione sottesa all’esercizio dell’illecita pesca con esplosivi, nei mari del capoluogo ionico, ricchi di biodiversità da tutelare.
A sostegno delle tesi degli investigatori, nel corso delle indagini, durate circa cinque mesi, sono stati sequestrati cospicui quantitativi di pesce illegalmente pescato, la cui origine delittuosa è stata, di volta in volta, confermata dal personale medico del Servizio Veterinario dell’ASL di Taranto.
Ai destinatari delle misure cautelari, vengono attribuiti “ecoreati”, in particolare i delitti di “inquinamento ambientale” e “disastro ambientale”, per aver alterato in modo significativo e misurabile l’equilibrio di un ecosistema ricco e complesso come il Mar Piccolo di Taranto e della sua biodiversità, come certificato in passato, all’esito di specifici studi, dal locale Istituto per l’Ambiente Marino Costiero/CNR. Inoltre a carico di uno solo degli indagati è ipotizzato il reato di spaccio di sostanza stupefacente perché trovato in possesso di droga nel corso delle operazioni.
Sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Taranto, i militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Taranto, hanno inferto un duro colpo ad un’organizzazione specializzata nei c.d. “Green Crimes”, a tutela tanto del nostro patrimonio naturalistico e faunistico quanto degli onesti operatori del settore della pesca, messi costantemente in crisi da quanti, operando nell’illegalità, finiscono con l’alterare le regole e l’equilibrio del mercato.