“ Il Governo deve decidere cosa fare dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa e del settore della siderurgia in Italia. La situazione è drammatica, si devono mettere in campo soluzioni serie e concrete per salvaguardare il futuro di 20mila lavoratori e di un’intera comunità . Il tempo non c’è, già avviato lo spegnimento degli altoforni ”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi tra governo, parti sindacali e rappresentanti enti locali sulla situazione ex Ilva.
“È giusto dire – dichiara il leader Uilm – a tutti i lavoratori e ai cittadini che quella fabbrica non può essere sostenibile con i forni elettrici o a gas. Si deve essere chiari nel dire anche che con una produzione di 4 milioni di tonnellate oppure con la chiusura dell’area a caldo, con importazioni dall’estero da stabilimenti del gruppo di semi prodotti, non è sostenibile economicamente”.
“Le richieste di ArcelorMittal sono inaccettabili – continua – perché non sono tollerabili per nessuna ragione 5 mila esuberi che si aggiungono ai 2 mila in Amministrazione straordinaria e 5mila dell’indotto”.
“Gli altiforni – prosegue – scontano anni di mancata manutenzione e servono urgenti interventi straordinari. Se si fermano gli altoforni, non c’è possibilità di riattivarli con la conseguenza della fine della produzione la chiusura dello stabilimento”.
“Se si vogliono salvaguardare realmente i 20mila lavoratori – aggiunge – si deve far ritirare a Mittal la procedura di recessione e imporre rispetto degli accordi”.
“Faccio un appello – conclude – al Presidente Conte e a tutto il Governo: fare di tutto per evitare conflitto sociale presente oggi a Taranto. Servono urgentemente misure concrete per evitare catastrofe ambientale, occupazionale e industriale. Il tempo è scaduto”.