Ringraziamo il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per questo incontro urgente, franco, pragmatico, teso intanto a salvaguardare tutti i posti di lavoro, diretti ed indiretti, dello stabilimento siderurgico di Taranto. Saremo al fianco del Governo, senza distinguo, anche dal punto di vista giudiziario, nella battaglia con un operatore che, ad oggi, sembra inadempiente nei confronti del contratto.
La rigidità di ArcelorMittal e, come sottolineato da molti al tavolo, la articolata preparazione che sicuramente ha preceduto il deposito dell’atto di recesso dimostrano una decisione irreversibile, presa da tempo, oltre che, ci sembra, una mancanza definitiva di propensione al dialogo costruttivo con le istituzioni e la comunità ionica.
L’azienda non ha risposto alle aspettative più importanti di Taranto, che erano collegate a priorità di natura ambientale e sanitaria, non solo occupazionale.
Per questo, insieme ad una risoluzione dell’emergenza sul lavoro, abbiamo chiesto al Presidente Conte di ritenerci a disposizione, sin d’ora, per l’elaborazione di un nuovo grande piano di gestione e revisione tecnologica di quell’asset strategico per l’intero Paese.
Al Governo schierato abbiamo sottolineato che non ci spaventa la sfida o il rischio di nuovo sacrifici, purché l’uomo ritorni centrale in questo negoziato, vale per i nostri bambini e per tutti i cittadini ed i lavoratori tarantini.
Qualunque reazione a questa grave crisi deve partire da qui, molto oltre il perimetro del solo profitto o del pil italiano. Se pensiamo che adempiendo richieste di ArcelorMittal, o anche riuscendo a salvaguardare oggi quei posti di lavoro, la questione sia chiusa, sbagliamo. Perché senza un ripensamento profondo del modello di gestione e di sviluppo di quell’acciaio, la prossima crisi non tarderà a ripiombarci tutti nel baratro.
Dobbiamo ora lavorare tutti uniti e senza pregiudizi vicendevoli.
Il sindaco,
Rinaldo Melucci