“L’esito del vertice di oggi a Palazzo Chigi era drammaticamente già segnato. Il tentativo disperato del governo di convincere ArcelorMittal di continuare a gestire gli stabilimenti è fallito e ha prodotto anzi dei ricatti inaccettabili. ArcelorMIttal deve rispettare il Piano Ambientale e quello industriale: la richiesta di migliaia di esuberi e il ridimensionamento produttivo non sono accettabili per nessuna ragione. Chiediamo da subito un incontro urgentissimo al Presidente del Consiglio Conte e a tutto il governo per capire quali sono i provvedimenti che intendono adottare per scongiurare la catastrofe ambientale, industriale e occupazionale in tutti gli stabilimenti se venissero accolte le assurde richieste di ArcelorMittal”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo l’incontro tra i vertici di ArcelorMittal e Governo italiano a Palazzo Chigi.
“Con l’accoglimento delle intollerabili richieste di ArcelorMittal ci sarebbe l’inevitabile chiusura del più grande e unico sito industriale a ciclo integrale europeo e ripercussioni in tutti gli altri stabilimenti italiani – dichiara il leader Uilm – che provocherebbero gravissime conseguenze per l’intera filiera degli utilizzatori di acciaio con disastrose ricadute occupazionali, economiche, produttive che coinvolgerebbero migliaia di lavoratori. Tutto questo renderà l’Italia maggiormente dipendente dalle importazioni di acciaio dall’estero, determinando la minore competitività di importanti settori come l’automotive, la cantieristica e gli elettrodomestici”.
“Il governo non deve cedere a questi ricatti – continua Palombella – e deve ripristinare tutte le condizioni previste dal contratto di cessione, con l’obiettivo di eliminare qualsiasi richiesta sconsiderata chiedendo alla multinazionale il rigido rispetto degli accordi sottoscritti”. “Continueremo a impegnarci per evitare qualsiasi contrapposizione – continua – determinatosi in questi anni, provocando un grave conflitto tra la salvaguardia ambientale e della salute e quella occupazionale. Siamo convinti che esistono tecnologie che possano salvaguardare e tutelare contemporaneamente l’ambiente, la salute e l’occupazione”.
“Da domani – conclude – sarà necessario avviare una fase di mobilitazione unitaria e generalizzata, anche attraverso il supporto e coinvolgimento delle confederazioni di Cgil Cisl Uil, programmando assemblee e iniziative di lotta in tutti gli stabilimenti italiani dell’ex Ilva”.