“Il futuro della città di Taranto non può prescindere dalla riconversione economica e non baratteremo mai il lavoro con la salute dei cittadini. Oggi si crea una condizione paradossale in cui Arcelor Mittal cerca di scaricare le proprie perdite economiche e di andare via dall’Italia con il pretesto dell’abolizione dell’immunità penale. Un pretesto appunto, perché lo scudo penale non era previsto nel contratto e soprattutto perché le tutele per chi deve attuare un piano ambientale e mettere in sicurezza impianti ormai obsoleti, sono previste dal codice penale e da una legge dello Stato. Nessuno può più permettersi di ricattare la città di Taranto. Salute e lavoro sono due diritti costituzionalmente garantiti e a cui non si può più derogare. Ora bisogna mettersi tutti allo stesso tavolo: le forze politiche, sindacali, economiche e promuovere l’Accordo di Programma per coniugare salute, tutela dei livelli occupazionali, ambiente e sicurezza. Attendiamo il prossimo consiglio regionale monotematico per discutere la mozione che abbiamo presentato, auspicando che il bene della città prevalga sulla diatriba politica. Bisogna puntare su settori economici nuovi e competitivi per favorire lo sviluppo di attività produttive compatibili con la normativa a tutela della salute e dell’ambiente. L’obiettivo è un nuovo modello sociale che punti alla progressiva sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili e alla eliminazione delle principali fonti inquinanti. Le istituzioni a tutti i livelli devono dare impulso alle azioni previste dal Tavolo Istituzionale Permanente per Taranto volte a garantire la realizzazione di interventi in grado di favorire uno sviluppo sostenibile del territorio e, soprattutto, di ridurre gli impatti ambientali e sanitari prodotti dalle attività del siderurgico”.