Con un indice complessivo del 43,27%, Taranto si classifica all’80° posto su 104 realtà monitorate in Ecosistema Urbano 2019, il Rapporto annuale di Legambiente sulle performance ambientali delle città italiane, redatto con la collaborazione di Ambiente Italia e di Il Sole 24 ore, che vede Trento, prima in classifica, e Mantova, seconda, presentare un indice superiore all’80% (rispettivamente 81,2% e 80,59%) ed altre sei città presentare indici superiori al 70%: Bolzano (76,4%), Pordenone (75,45%), Parma (74,72%), Pesaro (70,63%), Treviso (70,41%), Belluno (70,18%). La performance migliore nel Mezzogiorno è quella di Cosenza, che si classifica al quattordicesimo posto con un indice del 65.52%. In Puglia Lecce, al sessantaseiesimo posto con un indice del 50,02%, e Brindisi, settantottesima con il 45,22%, fanno meglio di Taranto, mentre Foggia, ottantaseiesima con il 41,59%, e Bari, ottantasettesima con il 41,03%, ottengono un risultato peggiore.
“Rispetto all’anno scorso – commenta Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – la città dei due mari ottiene un risultato leggermente migliore, sia pure di sole due posizioni, che è frutto principalmente della maggiore completezza dei dati forniti dall’Amministrazione Comunale: un segno di attenzione che valutiamo positivamente perché può costituire la premessa per una effettivo miglioramento dell’ecosistema tarantino. Non cambiano invece gli obiettivi da perseguire per realizzarlo e che torniamo ancora una volta ad evidenziare, primi fra tutti la Raccolta differenziata dei rifiuti, l’estensione significativa delle Isole pedonali, l’incremento massiccio del Verde pubblico urbano e l’installazione di impianti solari pubblici sia termici che elettrici, questioni su cui sono concentrate, anche quest’anno, le note più negative del Rapporto Ecosistema Urbano”.
“Continuano a non lasciarci tranquilli i dati sulla qualità dell’aria – specifica la presidente tarantina di Legambiente – ottenuti con una produzione dello stabilimento siderurgico ex Ilva fortemente ridotta, di gran lunga inferiore a 5 milioni di tonnellate (con un dato del Pm10 che va comunque letto alla luce della maggiore patogenicità delle polveri di origine industriale), a fronte dei 6 contemplati dal piano industriale originario di Arcelor Mittal. Anche alla luce dei recenti studi epidemiologici basati su dati relativi al 2015, che hanno confermato il permanere di rischi non accettabili per la salute per gli abitanti del quartiere Tamburi, limitrofo allo stabilimento siderurgico, riteniamo indispensabile ed urgente adeguare la massima capacità produttiva autorizzata agli esiti di una valutazione preventiva del danno sanitario che consideri gli attuali scenari emissivi reali, quelli connessi alla produzione attualmente autorizzata, pari a 6 milioni di tonnellate, e infine quelli previsti ad A.I.A. completamente attuata. É l’unico modo, a nostro avviso, per affrontare sulla base di elementi scientifici certi, in termini di impatto sulla salute, il nodo del futuro dell’azienda oggi gestita da Arcelor Mittal ”.
Legambiente Taranto inoltre ritiene necessario attuare effettivamente quanto indicato nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile adottato dal Comune di Taranto, a partire dalla introduzione di due linee di trasporto pubblico BRT, Bus Rapid Transit, servite da un sistema di parcheggi di interscambio, dalla realizzazione di due assi ciclabili urbani attrezzati e di percorsi ciclabili extraurbani, dalla istituzione di una ZATL (Zona a traffico di attraversamento limitato).
Conclude Lunetta Franco: “Lo diciamo con forza: è il tempo del coraggio, lo esigono i cambiamenti climatici in atto, lo reclama la necessità, anche per Taranto, di un green new deal. Apprezziamo lo sforzo fatto dal Comune per dotare la città di strumenti programmatori, indispensabili per dare gambe ad una visione di lungo respiro, ma servono atti concreti che da subito comincino a realizzare il cambiamento. Si amplino le Isole pedonali di Città Vecchia e Borgo, si mettano a dimora tanti nuovi alberi, si predisponga nelle scuole una rete di rastrelliere custodite per biciclette. E si dia finalmente inizio alla raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la città: l’anno scorso, presentando il precedente Rapporto, avevamo espresso l’augurio che partisse per gennaio; poi – a maggio– è arrivato l’annuncio del suo graduale avvio da ottobre. Basta annunci e ritardi, a novembre si parta davvero.”
Ecco i singoli dati tarantini , rapportati alle medie nazionali:
- no2 concentrazione media in ug/mc: 2° posto, dato 10, media nazionale 26,9
- ozono n. giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc: 35° posto, dato 13,5, media 31,1
- PM 10 concentrazione media in ug/mc: 23° posto, dato 20, media 24,5
- consumi_idrici_domestici [l/ab giorno]: 26° posto, dato 128,1, media 149,7
- dispersione (erogata/immessa): 78° posto, dato 47,2%, media 36%
- efficienza depurazione (% ISTAT 2016): 79° posto, dato 87%, media 90%
- rifiuti pro capite (kg/ab): 66° posto, dato 544, media 537
- raccolta differenziata: 100° posto, dato 17,2%, media 54,3
- passeggeri Trasporto Pubblico (pass/ab). 49° posto, dato 47, media 81
- percorrenza Trasporto Pubblico (km-vettura/ab): 23° posto, dato 33, media 25
- isole pedonali (mq/ab): 84° posto, dato 0,10, media 0,47
- infrastrutturazione per ciclabilità (metri equivalenti/100ab): 59° posto, dato 3,35, media 8,14
- alberi (alberi/100 abitanti): 66° posto, dato 8, media 20
- verde totale (mq/ab ISTAT 2017): 82° posto, dato 13,5 , media 48,7
- uso suolo efficiente (consumo suolo – urbanizzazione/residenti 80° posto, dato 3,90, media 5,61
- auto (auto/100ab ACI 2017): 9° posto, dato 56, media 64
- incidenti (morti+feriti/1000 ab – ACI/ISTAT 2017): 18° posto, dato 3,8, media 5,6
- solare pubblico (kw/ab): 90° posto, dato di 0,32 , media 4,84