E’ notizia di poche ore fa. Il Mons. Antonio Piccinni, parroco di Montemesola dal 1957 al 2002, è tornato alla casa del Padre.
Una figura amata e impressa nella mente di ogni montemesolino e di quei ragazzi, ora adulti, che hanno condiviso con lui le messe domenicali e il catechismo. Il parroco di Montemesola Don Andrea Casarano, nel ricordarlo affettuosamente, ci fornisce delle informazioni sul suo percorso religioso.
Don Antonio Piccinni nacque a Leporano il 27 ottobre del 1925.
In prima media entrò nel seminario arcivescovile di Taranto dove frequentò l’intero ginnasio. Trasferito presso il Seminario Regionale di Molfetta, fu ordinato presbitero da S.E. mons. Bernardi il 10 luglio 1949.
Fu nominato vice rettore e insegnante presso il Seminario Arcivescovile di Taranto.
Dopo un biennio venne promosso Arciprete della sua parrocchia natia “Maria Ss. Immacolta” di Leporano. Furono anni intensi di lavoro anche materiale a favore di quella generosa comunità.
Inaspettamente il 10 settembre 1957 fu traslato a Montemesola, arcipretura rimasta vacante per la morte dell’anziano e venerato parroco Mons. Bonaventura Enriquez.
Fu Arciprete di Montemesola per ben 45 anni. Pur avendo presentato le dimissioni per raggiunti limiti di età canonica mons. Benigno Luigi Papa lo prorogò per altri due anni.
Lasciò la guida della parrocchia il 22 ottobre 2002.
Contestualmente l’Arcivescovo Papa lo nominava Delegato diocesano delle Confraternite e canonico effettivo del capitolo metropolitano. Anche in questa mansione Don Antonio diede prova di prudenza, saggezza e generosità. Svolse tale compito per diversi anni fin quando l’età glielo permise. Ritiratosi definitivamente a Leporano ha collaborato con il parroco Mons. Pasquale Morelli che ha nutrito per lui tanto affetto e venerazione.
Gli anni trascorsi in Montemesola sono stati laboriosissimi. Appena arrivato Don Antonio diede inizio ai lavori di ingrandimento e ristrutturazione della chiesa parrocchiale che risultava essere piccola e fatiscente.
Contemporaneamente si occupò alacremente alla formazione del popolo a lui affidato con la cura delle due Confraternite, dell’azione cattolica e soprattutto del gruppo catechistico che, come ebbe a dire mons. Papa, nella sua visita pastorale in parrocchia, era il fiore all’occhiello di tutta la comunità.
Ciao Don Antonio. Resterai simbolo e piacevole ricordo per la nostra comunità!