Si gelano ancora di più i rapporti tra l’AMAT e la CGIL, che insieme alla FILT nei giorni scorsi si era fatta portavoce di un appello proveniente dai lavoratori dell’azienda di trasporti urbani preoccupati dal grado di manutenzione ordinaria e quindi della sicurezza di alcuni mezzi. Per questa stessa ragione da oltre 15 giorni è a casa, sospeso, un RLS della FILT.
A quella conferenza stampa hanno fatto seguito tre eventi che hanno contribuito a rendere il rapporto ancora più difficile: l’autocombustione di un mezzo in servizio dell’AMAT lo scorso 28 settembre, la presentazione contestuale del brand della futura holding Kima (mentre l’autobus bruciava e senza aver avviato nessun tipo di confronto sindacale), e la firma ieri dell’accordo per la contrattazione di secondo livello che vede tra gli altri sindacati anche la FILT CGIL dissenziente.
In mezzo a questa sequela di eventi due lettere. Un botta e risposta tra sindacato e azienda. Il primo a chiedere un incontro sul tema della sicurezza e della manutenzione dei mezzi. La seconda a dire in sostanza che “non si ritiene di dover integrare con ulteriori procedure o passaggi spuri non previsti dalla legge”.
Insomma gli RLS possono segnalare, inviare osservazioni, addirittura formulare proposte, ma di discutere più approfonditamente delle migliaia di bolle di avaria che ogni giorno vengono registrate per anomalie sui bus dell’AMAT non se ne parla – dice Francesco Zotti, componente della segreteria territoriale della FILT CGIL.
Nel frattempo andando a ritroso nella storia dell’autobus 526 (quello carbonizzatosi sabato scorso – ndr) c’è un passato di segnalazioni piccole e grandi, compreso quella che costrinse l’autobus in officina proprio il giorno prima della combustione.
Con il segretario regionale della FILT CGIL Gennaro Fiorentino – dice Francesco Zotti – chiedemmo un incontro chiarificatore anche per porre rimedio ad una condizione di generale precarietà e insicurezza per i lavoratori e per gli utenti-cittadini del servizio. La risposta è una presa di distanza che purtroppo non agevola la distensione dei rapporti.
Così come non lo fa l’accordo separato sulla contrattazione di secondo livello che secondo la CGIL in realtà non individua scale di merito in favore proprio dei lavoratori.
Siamo in attesa di risposta – conferma Zotti – perché prima delle enunciazioni di “nuovismo” ed efficientismo bisognerebbe tornare alla concretezza delle cose che vede ad oggi l’AMAT in servizio con 75 mezzi che hanno dai 14 ai 18 anni, 28 che ne hanno dai 10 ai 13 e i due con logo Kima di “appena” 15 anni di età.