Caro presidente Emiliano e caro segretario Mancarelli, mentre su quel palco della festa dell’Unità di ieri sera si asseriva che dei disturbatori fascisti erano venuti in casa vostra ad impedirvi di svolgere la vostra festa, vorrei farvi presente che: gli striscioni erano mantenuti anche da alcuni bambini che già in tenera età sanno cosa vuol dire perdere un caro parente, o genitore, o un compagno di banco a causa del cancro. Chi protestava era gente che è delusa e stanca di questo stato che con i suoi interlocutori, cioè voi, ci nega i diritti della costituzione.
Gli unici ad essere a casa propria erano i cittadini che con “libero pensiero” manifestavano e su quel palco oltre la presentatrice (forse) non c’era nessuno di Taranto. Erano tutti sindaci di città e province vicine, che dovrebbero solo chiedere scusa a Taranto perché i propri concittadini vengono a lavorare nella fabbrica della morte della NOSTRA CITTÀ e non VOSTRA, per poi spendere il salario nei propri comuni.
Magari ci fossero stati anche quelli che lei con disprezzo chiama “fascisti” a manifestare, perché ciò avrebbe voluto dimostrare che i tarantini hanno messo da parte tutte le divisioni, che giovano solo voi, e hanno quindi iniziato fianco a fianco senza sigle, bandiere e personalismi a riprendersi tutto ciò che gli è stato tolto dai vari giochi dei palazzi del potere.
Ringrazio i cittadini che chiedevano il rispetto della vita e ringrazio Luciano Manna per l’intervento a difesa di quel territorio che cerca ogni giorno di difendere.
Angelo Di Ponzio, papà di Giorgio e ex militante PD