Il Coordinamento delle Associazioni Animaliste Tarantine (CAAT) attualmente composto da 14 associazioni di Taranto e provincia, rinnova le sue preoccupazioni in vista della prossima discussione in Regione, prevista per fine Settembre, del DDL 15 in materia di Randagismo.
Motivo di apprensione è il modo in cui alcuni consiglieri regionali hanno confezionato la riforma dell’attuale L.R. 12/95 nonostante le precise raccomandazioni del Coordinamento delle Associazioni Animaliste Pugliesi (CAAP), composto da circa 100 associazioni, in cui il CAAT confluisce.
Ad oggi la Terza Commissione Regionale ha approvato le proposte di alcuni consiglieri che, di fatto, equiparano l’imprenditore privato che opera per profitto, alle associazioni senza scopo di lucro nella gestione dei cani all’interno dei canili e questo senza fissare regole minime certe che impediscano a chi gestisce di risparmiare sul servizio offerto, aumentando così il proprio guadagno.
Tra le proposte assolutamente inaccettabili per il CAAT ci sono le seguenti:
- quella di legittimare le gestioni attualmente in corso a non adeguarsi alla riforma (senza peraltro fissare un termine per le nuove gare d’appalto);
- quella di consentire la costruzione di rifugi contigui ai rifugi esistenti, cosa che porterà ad avere i cosiddetti mega canili (a scapito del benessere degli animali custoditi e del paesaggio circostante);
- quella di utilizzare la motivazione “dell’urgenza d’opera” per approvare progetti di edificazione di nuovi rifugi.
Tutto questo dimostra come, ancora oggi, non sia chiaro al legislatore che il randagismo non si controlla edificando rifugi, ma facendo “prevenzione”.
Oppure con queste scelte, si chiedono le associazioni del CAAT, si vuol dare la priorità agli interessi di pochi anziché risolvere il problema in modo definitivo? In cima alla hit parade delle proposte deprecabili di alcuni consiglieri c’è quella che vorrebbe consentire il trasferimento di cani dai canili pugliesi ad altri ubicati fuori regione quando, ad oggi e non a caso, è vietato persino spostare animali in strutture fuori provincia. Il timore del CAAT è che, una volta condotti fuori Regione (ma anche fuori provincia), i cani sfuggano al controllo dei volontari locali che si occupano delle adozioni ed il Comune proprietario non possa più controllarne il benessere, oltre che l’esistenza in vita. In questo modo i cani sparirebbero fisicamente, rimanendo in carico sulla carta ed amministrativamente, sempre al comune proprietario. I traffici illegali di animali (ZOOMAFIA) in questa “movimentazione” troverebbero terreno fertile se questa infelice proposta dovesse passare!
Il CAAT a tutto questo NON CI STA e chiede che la nuova legge rispetti davvero il suo scopo, ossia tutelare gli animali e arginare definitivamente la piaga endemica del randagismo. Le associazioni del CAAP hanno indicato la strada alla Regione, sta adesso a questa approvare una legge migliorativa e non peggiorativa rispetto a quella che si sta abrogando.