Il premier Giuseppe Conte, nel recente intervento all’83ma Fiera del Levante, ha preannunciato un piano straordinario per il Sud da sviluppare lungo quattro direttrici principali: lo sviluppo del capitale fisico, la valorizzazione del capitale umano, il potenziamento del capitale sociale e la cura del capitale naturale. C’è, in sostanza, un forte riferimento alle infrastrutture, alla sostenibilità sociale e ambientale, al Mezzogiorno inteso come risorsa da capitalizzare per far ripartire il Paese.
I presupposti ci sono sicuramente tutti affinché il sistema Taranto diventi centrale nell’agenda governativa e si consenta quindi alla città ed alla sua provincia di tentare una risalita vigorosa e tangibile lungo quella classifica che da anni ci colloca, nel panorama italiano, poco meno che fanalino di coda. Pur non appassionandoci le classifiche sulla qualità della vita o su altri indicatori, riteniamo tuttavia che i traguardi da raggiungere e i cliché da sfatare debbano passare anche da una complessiva operazione di restyling -o rebranding – che restituisca a Taranto l’importanza e la considerazione che merita.
Il momento è propizio: il territorio, grazie anche ad una rinnovata sinergia fra attori territoriali manifestatasi in recenti occasioni, si sta riposizionando gradualmente in un percorso virtuoso. Partendo da piccoli ma significativi segnali di ripresa, Taranto risulta infatti “trainante” sul fronte del turismo nel sistema Puglia (prima meta turistica preferita dagli italiani), grazie anche alla crescente valorizzazione di eccellenze riconosciute oramai anche oltreconfine come il Museo Marta; torna ad essere competitiva come offerta formativa universitaria con la recente attivazione della facoltà di Medicina; riapre cantieri – come Palazzo degli Uffici – che per la città assumono una valenza architettonica e di grande interesse storico in quanto fulgida testimonianza del passato.
Il sistema cresce ancor di più rispetto alla ripartenza ed al potenziamento delle grandi infrastrutture: dal porto, che con la concessionaria Yilport ha già avviato i primi lavori di manutenzione delle gru, e che si avvia a conferire una nuova centralità allo scalo portuale, all’aeroporto di Grottaglie, recentemente destinatario di fondi regionali che, in un’ottica di riassetto complessivo, ne confermano la destinazione di spazioporto per voli commerciali suborbitali, ma allo stesso tempo lo dotano di infrastrutture per ospitare anche voli civili. Un importante passo in avanti che ha potuto godere di uno sprint ulteriore grazie alla designazione di Taranto quale sede dei Giochi del Mediterraneo, (per noi una eccezionale occasione di rilancio dell’immagine e delle infrastrutture, frutto di quel gioco di squadra fra attori territoriali di cui parlavamo poc’anzi) che trova un’ulteriore motivazione anche nella istituzione della Zona Economica Speciale, altra straordinaria opportunità per l’intero territorio che consentirà alle imprese disposte a scommettere sulle aree interessate di fruire di incentivi fiscali e semplificazioni amministrative, dando luogo ad un incremento degli investimenti e ad un aumento delle esportazioni.
Più di qualcosa si muove, insomma, nel sistema Taranto, snodo nevralgico del complesso e diversificato “fascicolo” Mezzogiorno e in quanto tale punto dirimente dell’agenda di Governo. Dal nuovo esecutivo ci aspettiamo innanzi tutto la ripresa di importanti dossier che ci riguardano da vicino: primo fra tutti il Contratto Istituzionale di Sviluppo, strumento importante che funziona solo in virtù di una reale continuità e anche di nuove risorse, da troppo tempo lasciato a se stesso e privato di quel ruolo di “regia” fondamentale per la sua piena attuazione. E ancora, una dovuta attenzione verso la complessa materia della siderurgia, con le sue implicazioni sociali ed ambientali oltre che economiche e produttive. Una questione che per Taranto, pur proiettata negli anni – e sempre più – verso politiche economiche diversificate, rimane dirimente in funzione sia dello sviluppo sostenibile sia della crescita del tessuto socio-economico presente e futuro.
I segnali che arrivano fino a questo momento dal neonato esecutivo sono sicuramente di segno positivo, in questa fase di avvio, sul piano della mera rappresentanza geografica. Si coglie tuttavia, oltre ad una trazione palesemente “sudista” e ad una buona rappresentanza pugliese, un’attenzione verso il Mezzogiorno che lascia ben sperare: a questo, last but not least, si è aggiunto l’importantissimo incarico da sottosegretario alla programmazione economica ed agli investimenti conferito al senatore tarantino Mario Turco,: un ruolo che siamo sicuri saprà interpretare al meglio, avendo peraltro già dimostrato una particolare attenzione verso il sistema imprenditoriale jonico, anche in funzione della particolare peculiarità di Taranto quale area di crisi industriale complessa. Il lavoro da fare sarà tanto, le scommesse da vincere molteplici e non facili. A Mario Turco vanno tutti i migliori auguri di buon lavoro da Confindustria Taranto.
Taranto, 18 settembre 2019