Nell’ambito dei servizi finalizzati al contrasto del fenomeno del caporalato disposti in ambito provinciale, il gruppo costituito da unità della Squadra Mobile e dei Commissariati di Manduria e Martina Franca, ha denunciato una donna di 39 anni, titolare un azienda agricola, sita in agro di Manduria, il marito, di 41 anni ed il suocero 61enne (quest’ultimo pregiudicato).
Nel corso del servizio svolto congiuntamente a personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Taranto e dell’ ASL di Taranto (SPESAL e Servizio Veterinario) sono stati effettuati controlli presso un’azienda agricola zootecnica in Manduria, contrada “Campofreddo”.
All’interno dell’annesso caseificio, è stata riscontrata, al momento dell’accesso, la presenza di quattro persone intente alla trasformazione del latte in prodotti caseari.
Il controllo, esteso alla masseria attigua e comunicante con il caseificio, ha consentito di identificare due operai, di cui uno di origine rumena e l’altro di nazionalità maliana, che, all’interno delle stalle, erano intenti alla mungitura delle capre. Un terzo lavoratore, sempre maliano, era addetto al pascolo del gregge ed è stato rintracciato poco dopo nei campi adiacenti.
Dalle dichiarazioni assunte nel corso del controllo, si è avuto modo di accertare che i braccianti svolgevano turni di lavoro giornalieri di 12-13 ore per l’intera settimana senza beneficiare del previsto riposo, con paghe ben al di sotto dei livelli contrattualmente previsti. Tali elementi unitamente ad altre circostanze hanno da subito fatto evidenziare condizioni di grave sfruttamento.
Peraltro, quattro degli otto lavoranti erano sprovvisti di regolare contratto di lavoro.
Il successivo sopralluogo all’interno degli alloggi a loro destinati, attiguo alla stalla, ha permesso di rilevare le pessime condizioni igienico-sanitarie degli ambienti, con presenza di muffe ed assenza di servizi minimi per la cura della persona.
Il personale dell’ASL presente sul luogo ha controllato gli ambienti adibiti al caseificio, rilevando numerose violazioni alla vigente normativa in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.
L’Ispettorato del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività dell’impresa agricola, per aver impiegato in maniera irregolare il 50% del personale presente in azienda, avviando le procedure per la contestazione delle ulteriori sanzioni previste.