Un marketing singolare quello del comune di Taranto che per pubblicizzare un brand “strumento di identificazione dell’offerta culturale e paesaggistica dei nostri luoghi” non effettua nessuna indagine esplorativa tra i potenziali soggetti commerciali che erogano campagne di comunicazione o pubblicitarie ma sceglie, non si sa con quale metodo, precisamente e direttamente alcune testate, le contatta tramite email e, cosa più singolare, non chiede nessun preventivo ma fa completamente il contrario di ciò che la buona prassi in questi casi richiederebbe: ti do 10mila euro, tu dimmi cosa mi dai, invece di chiedere un preventivo comprensivo di piano e costi per una campagna pubblicitaria che deve durare, così come indicato nella mail, agosto e settembre 2019. Non è noto dove abbia studiato marketing il “Responsabile di Turismo e Marketing” del comune di Taranto e chissà se rispetto alla vasta materia marketing abbia soffermato la sua preparazione sul marketing per la Pubblica Amministrazione, un ramo molto più rigido e definito rispetto al marketing attuato dai soggetti privati. Ma siamo a Taranto e forse, come in questo caso, l’istinto artistico prevale sulle più rigide regole.
L’ufficio marketing del comune di Taranto per la promozione del brand “Taranto Capitale di Mare” ha invitato emails, in totale, a ben undici soggetti commerciali del territorio tarantino nella stessa ed identica modalità. Ad ognuno di loro ha offerto somme che vanno dai 5mila, 10mila e 20mila euro senza chiedere nessun preventivo e cioè applicando la singolare forma del: “ti do questo, dimmi cosa mi dai”. Non si finisce mai di imparare e chissà se nei corsi di formazione di giornalismo, tanto frequentati dai giornalisti professionisti tarantini, insegnano anche a rispondere a emails di questo tipo. Benedetta deontologia.
Luciano Manna “VeraLeaks”