“Oggi la moglie di un malato oncologico grave mi ha denunciato l’ennesimo e grave disservizio al quale quotidianamente sono sottoposti lei e il marito. Un vero e proprio calvario burocratico prima ancora che sanitario. Ho provato a dirle che il presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, ha detto proprio l’altro giorno che abbiamo la migliore Sanità a sud di Roma, ma la risposta che ho avuto non la riporto per non essere volgare!
Perché è chiaro che se devi convivere umanamente con la malattia di tuo marito e l’oncologo del Moscati ti dice che è necessario fare un Tac urgente, ma poi nello stesso ospedale non è possibile farla perché non c’è disponibilità e ti mandano al CUP del Santissima Annunziata e di qui ti mandano allo sportello della Asl del proprio Comune di appartenenza, dove ti dicono che nella migliore delle ipotesi dovrai attendere almeno 10 giorni, e allora non pensi proprio di vivere in una regione dove la Sanità è la migliore del Sud… Poi se a questo aggiungi che lo stesso trattamento viene riservato anche a pazienti anziani o che non hanno un parente che può occuparsi di loro e allora la situazione non è drammatica è insopportabile.
Eppure basterebbe un software per mettere in rete i centri di prenotazione senza costringere gli ammalati di tumore o i loro parenti a fare i tour per gli ospedali per elemosinare una TAC che potrebbe salvare la vita all’ammalato… Ma ad Emiliano quando dice che va tutto bene ‘Madama la Marchese’ sa davvero di cosa parla? Io lo dubito fortemente”.