“Lo sciopero di 24 ore allo stabilimento ArcelorMittal, ex llva, di Taranto sta vedendo un’altissima partecipazione dei lavoratori, con circa il 75 per cento di adesioni e impianti completamente fermi. Il dato conferma il grado di rappresentanza e di rappresentatività delle organizzazioni sindacali all’interno dello stabilimento ex Ilva di Taranto.
A partire da questo dato, il Governo e ArcelorMittal ripensino la qualità del sistema di relazioni industriali che ha segnato questi primi mesi di presenza della multinazionale e che ha bisogno di una netta discontinuità rispetto al passato.
Di tale esigenza ne è conferma l’atteggiamento che ArcelorMittal e il Governo hanno deciso di tenere al termine dell’incontro odierno. A nessuno sfuggono i comprensibili elementi di riservatezza. Tutto ciò non può, però, legittimare un atteggiamento che sostanzialmente consegna una vicenda di straordinaria rilevanza pubblica e sociale al silenzio dei protagonisti dell’incontro di oggi: il destino dell’ex Ilva non è una questione privata.
Tanto più che l’incontro precede di 5 giorni la riunione del tavolo di monitoraggio al Mise, a cui le organizzazioni sindacali non intendono svolgere un ruolo di meri osservatori.
Ci aspettiamo che l’incontro del 9 luglio consenta di affrontare i nodi veri ed irrisolti riguardanti il piano industriale, il risanamento ambientale e l’occupazione, alla luce delle vicende di queste settimane, a partire dal ricorso alla cassa integrazione e dalla normativa contenuta nel DL Crescita. Ricordiamo, infatti, che è stata già avviata la cassa integrazione nello stabilimento di Taranto e che l’utilizzo delle ferie forzate negli stabilimenti di Genova e Novi Ligure rappresenta un segnale preoccupante che potrebbe portare all’estensione della cassa integrazione”.
Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil