Negli ultimi giorni è imperversata sui social e sulla stampa locale la polemica sul rifacimento di Piazza Verdi, nella nostra Città.
La cosa presenta svariati punti alquanto strani sia sulle procedure che nei contenuti politici dell’iniziativa.
L’opera è stata annunciata con grande clamore da un comunicato dell’amministrazione e addirittura una intervista del sindaco, che magnificava la nuova scelta progettuale, ma non si è trovato il tempo per far seguire al progetto l’iter procedurale amministrativo e quindi farlo passare all’esame della seconda commissione consiliare “assetto del territorio e lavori pubblici”.
Si teme forse di non avere i numeri in commissione per far passare un progetto che di rivoluzionario e di cambiamento ha ben poco.
Politicamente il rifacimento di Piazza Verdi, mostra a maggiore fragilità. Si interviene demolendo una fontana frutto del progetto, scelto a suo tempo da una commissione di valenti esperti, dello scomparso architetto renato Cavallo. Uno dei più valenti ed illuminati tecnici grottagliesi, che ha dato al suo progetto, cosa non accaduta con altre realizzazione urbanistiche pubbliche della città, una forte connotazione e legame con la storia e le tradizioni di Grottaglie.
La ceramica, che in nessuna altra opera appare nella “Città della Ceramica”, nella realizzazione della fontana che si vuole demolire a Piazza Verdi, è presente massicciamente con numerosi richiami, lo sono la terra e l’acqua elemento fondamentale per le due tradizioni cittadine, l’agricoltura e l’artigianato ceramico.
L’amministrazione del cambiamento e del movimento, attraverso questo rifacimento si muove in perfetta continuità con chi ha amministrato negli anni passati Grottaglie. Cancellando storia ed identità, ne sono un esempio Piazza Regina Margherita, dove in nome della modernità se ne distrusse l’armonia delle proporzioni e la bellezza architettonica. Altro esempio quando per favorire la nascita dell’edificio dell’allora banca locale, Banca Popolare Jonica, si consentì lo sgombero e la demolizione delle case appena oltre Porta San Giorgio, lasciando alle spalle del nuovo edificio, ed ancora visibili, ruderi che ricordano un paesaggio frutto degli effetti di un bombardamento bellico.
Quindi Grottaglie, per una ennesima volta per favorire la campagna elettorale e fortuna politica degli amministratori del momento subirà una nuova cancellazione delle sue identità.
Perché non si è bandito un concorso di idee per il rifacimento di Piazza Verdi, prevedendo la risistemazione delle aree degradate e la riattivazione della fontana?
L’attuale progetto prevede una riduzione delle superfici utili per aumentare le zone a parcheggio, ma l’attuale amministrazione agli inizi del suo mandato non ha commissionato, con un primo stanziamento di 50.000€, un piano del traffico che non può prescindere dal piano dei parcheggi, piano di cui si sono perse le tracce, che se realizzato potrebbe dover rivedere la nuova sistemazione con aggravio di spesa?
Altra opera meritoria è il piano delle ciclovie, ma una di esse non passa da Piazza Verdi, e come mai non se ne trova traccia nel progetto finanziato.
L‘architettura dovrebbe rappresentare nelle opere pubbliche l’anima della collettività, attraverso esse chiunque visiti quei luoghi dovrebbe essere in grado di percepirne le peculiarità e le bellezze.
Grottaglie continua a demolire le poche opere che interpretano le proprie, per diventare sempre più una Città senza anima.
Grottaglie, 23 giugno 2019
Ciro Marseglia
Presidente circolo Grottaglie