Avremmo potuto occuparci della formazione, del temibile problema del burnout (esito patologico di grande stress – ndr) degli insegnanti, dell’importanza della tutela anche della salute psichica di chi per anni interi è costretto a far sintesi di tante condizioni di difficoltà di bambini e famiglie, avremmo potuto lavorare sui diritti, sul monitoraggio della reale abilità all’insegnamento o sulla valutazione di strutture e luoghi in cui si è obbligati ad operare tra tagli alla spesa e ai diritti, invece questo Governo è capace solo di “criminalizzare” ulteriormente il servizi pubblico e la scuola, partorendo, per ora solo al Senato, il provvedimento bipartisan per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza all’interno delle strutture asilari.
Di fronte ad alcuni episodi di cronaca che consideriamo comunque deprecabili, anche se isolati e molto limitati (basti considerare che nell’80% le insegnanti imputate di casi gli episodi di violenza o maltrattamenti vengono totalmente scagionate – ndr), si aggredisce nuovamente una delle istituzioni più importanti per il futuro del nostro Paese, generando ulteriore diffidenza verso la scuola e i suoi operatori.
E’ il commento che la CGIL di Taranto affida alle voci di Eva Santoro, della segreteria generale della CGIL di Taranto e a Angela Dragone e Tiziana Ronsisvalle, rispettivamente segretaria generale della FLC e componente della segreteria FP CGIL di Taranto.
La scuola dell’infanzia ha il compito delicato di promuovere lo sviluppo non solo delle competenze didattiche di un bambino, ma anche di realizzare un’alleanza educativa tra genitori e scuola. Alleanza che si rischia di compromettere in assenza di fiducia reciproca, facendo passare tutti quei lavoratori come potenziali “criminali” da tenere sotto controllo – dicono le esponenti della CGIL – Per tale ragione chiediamo invece al Comune di Taranto, di agevolare questo processo evolutivo e dire no al provvedimento che questo Governo intende realizzare.
Hanno già detto No alla video-sorveglianza Comuni come Lecce o Bologna – dicono Santoro, Dragone e Ronsisvalle – e speriamo che accada anche al Comune di Taranto, con cui siamo disponibili a lavorare su un progetto che qualifichi invece ulteriormente un servizio che un tempo fu fiore all’occhiello del nostro sistema sociale e di welfare.
Taranto passata dagli 11 asili nido pubblici degli anni ’80 agli 8 di oggi deve evitare che quel patrimonio venga ulteriormente depauperato, anche alla luce dell’ulteriore ridimensionamento dei fondi (PAC) che per molti anni hanno coperto il finanziamento delle strutture.
Ci domandiamo cosa succederà il prossimo anno quando quei fondi termineranno – si chiedono dalla CGIL – e come si intenderanno superare le criticità che negli scorsi anni scolastici abbiamo sempre affrontato rincorrendo l’urgenza. Su questo tema ci auguriamo di poter incontrare al più presto anche il nuovo assessore alla pubblica istruzione e poter pianificare con lei una corretta azione amministrativa capace di dare risposte vere al sempre più pressante bisogno di scuola e di agenzie sociali del nostro territorio.