La Sezione Giurisdizionale per la Puglia della Corte dei Conti di Bari, su richiesta della propria Procura Regionale, ha disposto il sequestro conservativo “ante causam” di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie fino alla concorrenza di un importo complessivo di 2 milioni e 611 mila euro, nei confronti di una società con sede a Massafra (TA), esercente l’attività di fabbricazione di macchine per la metallurgia, nonché del suo rappresentante legale.
La misura cautelare disposta dalla prefata Autorità Giudiziaria Contabile, eseguita dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto, rappresenta l’epilogo, anche sotto il profilo della responsabilità di danni all’Erario, di una complessa ed articolata attività condotta dalle Fiamme Gialle, all’esito della quale fu appurato che il responsabile della società in argomento, al fine di attingere ai finanziamenti pubblici connessi al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – 2007/2013 – Programma “Competitività dei settori produttivi, occupazione e ricerca”, aveva posto in essere più azioni illecite simulando assunzioni annuali di lavoratori, i quali in realtà venivano tratti solo in forma figurata da altre imprese satelliti della stessa società.
Nei confronti del citato rappresentante legale si procedette pertanto alla denuncia all’Autorità Giudiziaria per i reati di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” (art. 483 C.P.) e di “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (art. 640 bis C.P.).
Il suindicato valore dei beni in sequestro conservativo, peraltro già sottoposti a sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p., nel decorso mese di marzo c.a., è corrispondente all’ammontare complessivo dei fondi pubblici illecitamente percepiti.