Figura di donna con chioma serpentina. Per la rassegna “Il dono degli dei”, inserita nel progetto “Heroes”, sabato 15 giugno, alle ore 18 nel chiostro del MArTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto, in via Cavour 10, va in scena “Trittico. Lasciare andare con grazia” di e con Amalia Franco, testi tratti dall’opera di Rainer Maria Rilke, marionette Amalia Franco, luci Anna Moscatelli, costumi Antonia Matichecchia, oggetto scenografico Emilio Porchetti, creazione sostenuta dal progetto di Residenza Artistica del MiBACT 2016/2017, con il supporto di La Terra Galleggiante, Settimo Cielo, Laboratori Permanenti, Officine Caos. Durata 20 minuti. A causa del numero limitato di posti, per accedere allo spettacolo (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso al Museo), è necessaria la prenotazione: 099.4538639 o prenotazioni@novaapulia.it
Un’opera per corpi danzanti e corpi inanimati ispirata alla Medusa. I testi tratti da Rainer Maria Rilke e le particolari marionette di Amalia Franco accompagnano la performance di danza della stessa Franco, dando corpo a tre vivide rappresentazioni di Medusa e agli effetti che i suoi capelli formati da serpenti producono: gli uomini si fanno pietra dinnanzi al suo sguardo.
“A flower is not a flower”. Nasce come apparizione e si crea nel connubio buio/luce, visibile/invisibile. Tableaux vivant in cui s’invera l’esercizio alla sparizione che attinge alla natura del mito per restituirlo in immagini e movimento attraverso il linguaggio poetico.
“L’urlo di Medusa”. Qui la chioma serpentina è divenuta corona di aghi: lo spasmo è lo stesso, quello nel volto della Gorgone, quello degli uomini che si fanno pietra dinnanzi al suo sguardo. Fino a che punto un corpo solido può sostenere la deformazione prima di rompersi?
“Vividezza della Medusa”. L’utopia del corpo è il raggiungimento e mantenimento di una forma stabile, la sua forma perfetta. Gli stati di transizione e trasformazione, come la testa appena recisa di Medusa, corrispondono allo stato amoroso del corpo, ovvero allo slancio fuori, verso altro da sé, e riversandosi il sangue della Medusa sull’erba dà vita ai coralli.
La rassegna “Il dono degli dei” è parte di “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 del Crest in ATS con l’associazione culturale “Tra il dire e il fare” di Ruvo di Puglia (BA), in ordine all’avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti lo spettacolo dal vivo e le residenze artistiche – Patto per la Puglia – FSC 2014/2020 – Area di intervento “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”.
Amalia Franco (1985)
Artista indipendente la cui ricerca verte sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Consegue il diploma d’attore e aiuto regista all’Accademia Internazionale di Teatro di Roma (2013). Coautrice di “Lembos” (2014), lavoro che fonde danza e figura, produzione Tessuto Corporeo (vincitore premio Confine Corpo, Festival Voci dell’Anima 2015, e premio della critica del Fringe Festival di Andria 2015). Performer per il Teatro del Lavoro nella realizzazione e relazione tra danza e marionette a filo. Manipolatrice e danzatrice per la compagnia internazionale La barca dei matti, diretta da Natacha Belova, Ifoperator Production. Partecipa al GD’A (Giovane Danza d’Autore) 2015 all’interno del percorso Nuove Traiettorie dedicato ai giovani coreografi. Cura il progetto “Tillandsie, drammaturgia urbana dei crolli” (Politiche Giovanili Regione Puglia). Autrice e performer in “Trittico. Cantillazioni”, ricerca sugli innesti tra particolari forme musicali classiche indiane, marionette ibride e danza (in collaborazione con Anna Moscatelli e Renata Frana), e in “Trittico. Lasciare andare con grazia”, opera per corpi danzanti e corpi inanimati ispirata alla Medusa, figura della mitologia greca.