I militari della Guardia Costiera di Taranto, diretti dal Comandante Giorgio CASTRONUOVO, hanno dato quest’oggi esecuzione in località Morrone/Torretta del comune di Taranto, al provvedimento di sequestro disposto dalla competente Autorità Giudiziaria relativo ad un noto complesso balneare, costituito da diverse strutture, tra cui il locale-bar della litoranea salentina, con annessa “area di somministrazione coperta e scoperta”, oltre agli impianti di stoccaggio e smaltimento reflui dell’attività commerciale, con le relative pertinenze per un totale di più di 2000 mq., tutte opere ricadenti in parte su area demaniale marittima ed in parte sulla confinante proprietà privata.
Le strutture – difformi o prive dei titoli edilizi, di quelli paesaggistici e sanitari – erano state realizzate in aree sottoposte a stringenti vincoli paesaggistici/ambientali ed idrogeologici, tra cui quello relativo alla presenza di cordoni dunali e macchia mediterranea.
La prolungata attività di indagine – condotta dai militari della Guardia Costiera di Taranto sotto la direzione della locale Procura della Repubblica – iniziata al termine della scorsa stagione estiva, consentiva inoltre di accertate che le relative concessioni demaniali marittime a partire dall’anno 2012 sino al 2018, erano state rilasciate illegittimamente dal Comune di Taranto in violazione di più norme, avendo omesso la prevista istruttoria e concesso aree inconcedibili perché sottoposte, per legge, a vincoli paesaggistici e quindi meritevoli di particolare tutela. In particolare, l’attività investigativa condotta dalla Polizia Giudiziaria operante, ha messo in luce come le strutture incriminate determinassero il deturpamento delle bellezze naturali costiere e del sistema dunale ivi presente.
Tali accertamenti hanno così consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di sei funzionari e dirigenti del Comune di Taranto, oltre ai titolari delle stesso stabilimento, con conseguente emissione da parte della stessa AG dei relativi avvisi di garanzia.
I reati contestati ai titolari dell’impianto balneare, spaziano dal deturpamento di bellezze naturali alle violazioni in materia paesaggistico-edilizia, mentre ai funzionari e dirigenti comunali è stato contestato il reato di abuso di ufficio, avendo quest’ultimi, con l’aggravante della continuità, con azioni ed omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio economico alla parte, favorendo l’esercizio abusivo della stessa attività commerciale.
La gravità della situazione accertata risiede proprio nel contestato coinvolgimento di esponenti della locale amministrazione comunale nella gestione a dir poco non trasparente di pratiche amministrative di competenza dello stesso Ente.