Nonostante il tempo avverso di ieri sera, la sala dell’associazione socio-culturale Utòpia di Grottaglie, era satura di pubblico, per la presentazione dell’ultimo lavoro di Emanuela Megli, scrittrice, imprenditrice e politica barese: “Bellezza tradita”, edito da G. Laterza. Durante la serata è stato fatto un excursus sulla condizione della donna, discriminata (ma non sempre) nella vita o nel lavoro, per prototipi imposti dall’esterno (famiglia e società) o, in campo professionale, anche dall’interno (orari poco flessibili ed adattabili al ruolo di madre, pochi supporti e diversità retributiva rispetto al genere maschile). Donne “punite” per la loro bellezza, per la loro femminilità, o per il loro ardire di conoscere, di voler studiare ed emanciparsi. “Bellezza tradita”, lancia dei messaggi già dalla copertina: vi è raffigurata una donna, la protagonista Lucrezia, coi capelli bianchi e neri (privi dunque di sfumature), con la Fede al collo, con una farfalla, simbolo di libertà, in testa e con una gonna ampia a forma di cuore, emblema dell’Amore. La psicologa, dott.ssa Anna Pinca:” Il tutto mi fa pensare alla parola “equivoco”. Pensiamo alla frase “sei un maschietto! Non devi piangere, come le femminucce!”; essa dovrebbe essere sostituita da “cos’hai? Cosa è successo? Perché piangi?”. L’essere femmina o maschio crea delle aspettative negli altri già dalla nascita, l’identità biologica e di genere devono coincidere già da quel momento, ma chi lo ha deciso? I maschi e le femmine possono comportarsi in maniera diversa dagli stereotipi imposti. Per l’autrice, poi, “la donna non dovrebbe “mascolinizzarsi” per difendersi dai pregiudizi, ma dovrebbe tenersi strette la propria femminilità e la propria dolcezza”. Intervento incisivo è stato quello dell’avv. penalista Mariangela Gigante, componente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Taranto:” La femminilità non è peccato, seppur l’invidia, anche delle altre donne, data da giudizi ignoranti e “maschilisti”, l’additino come tale. Le donne, in tempi remoti, erano vestali, sacerdotesse, il tramite tra il terreno e lo Spirito. E dovremmo tornare a quei tempi, dovremmo riscoprire il loro valore”. Ed aggiunge: “ da vestali, siamo diventate angeli del focolare e streghe arse al rogo; oggetti sessuali ricattati, insultati, vittime di mobbing . Non per questo bisogna, però, estremizzare la cosa. Tanto è vero che la legge tutela TUTTI gli individui a prescindere dal genere” . L’avvocato conclude:” le cicatrici fisiche guariscono, mentre quelle dell’anima restano per sempre. Io, leggendo il libro, sono stata colpita in particolare dalla frase “ciò che il bruco chiama “fine del mondo”, il resto del mondo chiama “farfalla””.
La conclusione della presentazione porta ad un pensiero condiviso: la vera bellezza è nella personalità, in ciò che si è in quanto Persone.
Si ringraziano, per la serata, tutti i partecipanti, le persone citate, la brava moderatrice Nuccia Lentini (docente), la direttrice artistica Gabriella Rodia ed il Presidente Utòpia, Ciro Petrarulo.
Gabriella Miglietta