Taranto, negli ultimi tempi, pare aver subito un qualche appannamento in ordine alla capacità di visione unitaria per lo sviluppo e di una contrattazione sociale in grado di confermare, valorizzare e rivitalizzate le innumerevoli vocazioni e potenzialità produttive possedute. C’è necessità, invece, di forti sinergie tra tutte le sue componenti istituzionali, produttive, associative, culturali, insieme con le rappresentanze parlamentari e consiliari qui elette, in modo da poter interloquire fattivamente e utilmente con il Governo regionale e nazionale.
Taranto e la sua provincia hanno esigenza, infatti, di una programmazione di medio e lungo periodo, di una visione differente rispetto a quella attuale, di una visione di futuro più appropriato, che può e deve riassaporare i benefici di quel lavoro comune che, in un passato non lontano, ha reso sempre più protagoniste le componenti istituzionali e produttive; le stesse che l’attuale crisi economica sollecita ed incentiva a creare politiche attrattive, in grado di creare ed implementare lavoro dignitoso e sicuro, cicli produttivi sostenibili, occupazione aggiuntiva.
Non partiamo dal nulla; a differenza di altre realtà del Sud, qui tanto lavoro è stato fatto. Ma non basta! L’intera area ha necessità di essere rilanciata da una politica sempre più autorevole, inclusiva, capace di confrontarsi e di essere vicina alle esigenze di tanti giovani, lavoratori, disoccupati, pensionati, donne, famiglie, in tutti i Comuni della provincia ai quali vanno date risposte con un welfare moderno, che includa i più bisognosi, che sia vicino a tutte le periferie esistenziali, attraverso la lotta alla povertà che non lasci indietro nessuno. Serve una sanità ed un sistema socio-sanitario che oggi rivelano spesso assenza di appropriatezza e non garantiscono una qualità di vita ad un territorio dove i rischi di marginalità sociale, ambientale ed economica continuano ad essere molto alti.
Va potenziata l’istruzione e la formazione, rendendola sempre di più adeguata alle sfide dei nuovi lavori e della IV rivoluzione industriale.
Intanto, leggiamo che per far ripartire l’iter del Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di crisi di Taranto (Cis – L. 4 marzo 2015, n. 20) e confrontarsi con gli stakeholder sui connessi obiettivi strategici ed operativi, tra una settimana, dopo oltre un anno dal suo tour elettorale il Ministro Luigi Di Maio nel suo ruolo di Presidente del Tavolo Istituzionale Permanente (Tip), sarà nel capoluogo ionico, in Prefettura, la stessa sede dove il 9 aprile 2018 il tavolo interistituzionale del Cis venne riunito per l’ultima volta.
Va ricordato che al 30 giugno 2018, nel quadro degli interventi previsti dal Cis, finanziato per circa 1,1miliardi di euro rispetto agli iniziali 863milioni, ben 10 interventi risultavano conclusi per un importo di 92,3 milioni di euro; 9 interventi sono in corso di realizzazione per un importo di 452 milioni di euro, 10 azioni in fase di progettazione per un importo di 357 milioni di euro e ulteriori 10 interventi in corso di riprogrammazione per un importo di 105 milioni di euro.
Noi pensiamo che sia fondamentale riprendere subito il percorso del Cis e ribadire alla rinnovata Struttura di Missione quanto sia urgente imprimere un’accelerazione sulla valorizzazione dell’Arsenale MM., la costruzione dell’Ospedale S. Cataldo, le Apparecchiature mediche di ammodernamento, le bonifiche e il risanamento dei Tamburi, la Banchina ex Torpediniere e la Riqualificazione Città Vecchia, così come altre azioni in corso.
Va rilanciata la visione territoriale complessiva di uno sviluppo necessario per l’intera area ionica, capace di generare nuove e forti economie. Va rivendicata l’applicazione dell’art.9 dello stesso Contratto Istituzionale di Sviluppo concernente la clausola sociale, con un maggiore coinvolgimento di imprese per forniture anche di beni e servizi, professionisti e forza lavoro territoriale, avendo ben presente il rispetto dei protocolli di legalità già sottoscritti in Prefettura.
Più volte, in questi anni come Cisl, abbiamo valorizzato attraverso nostre iniziative il “metodo Cis” confrontandoci ai vari livelli anche della nostra confederazione, regionale e nazionale con le componenti istituzionali, produttive, associative, culturali, le rappresentanze parlamentari e consiliari regionali per individuare e focalizzare meglio quali drivers oltre a quello dell’industria potessero generare economie ed opportunità. Posizione la nostra che oggi trova anche riscontro, rispetto a quanto auspicato dall’Amministrazione del capoluogo ionico, in occasione dell’incontro al Mise di qualche giorno fa con la proposta di progetti finalizzati all’autonomia piena del polo universitario ionico, al completamento delle bonifiche ed alla più complessiva riqualificazione ambientale dell’area di crisi, alla valorizzazione della filiera marittima e turistica, all’industria del mare, all’utilizzo a fini turistici e culturali della bellissima Isola di San Paolo, al potenziamento dei servizi e della fruibilità dei beni culturali e archeologici, alla trasformazione in museo di Nave Garibaldi, all’infrastrutturazione materiale e immateriale, alla valorizzazione del turismo, del commercio, dell’agricoltura, dell’agroindustria, ecc.
Sviluppo aggiuntivo per Taranto e il suo territorio, che ben declinato significherebbero nuova occupazione e salvaguardia di quella esistente. Oltre all’industria che dovrà acquisire standard ambientali sempre più sostenibili, i settori come Commercio, Turismo e Artigianato dovranno giocare un ruolo ancor più determinante nel rendere attrattivi aree urbane e centri storici ma fondamentali saranno anche i fattori legati alla qualità dell’ambiente urbano, all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’offerta culturale e del tempo libero, ai servizi pubblici, come alla fruibilità delle aree, alla sicurezza.
La valorizzazione e la messa in rete di questi settori, la promozione di aggregazione fra operatori per la realizzazione di politiche e servizi comuni, la collaborazione fra Comuni in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, valorizzazione delle specificità territoriali, qualità degli spazi pubblici e politiche di riqualificazione urbana, sono sfide da vincere facendo rete, nel rispetto delle singole autonomie e senza sovrapposizione di ruoli.
La Cisl intende giocare nel territorio, con le sue Federazioni di categoria, un ruolo positivo e propositivo convinta che anche la collaborazione tra Ordini Professionali e parti sociali, potrà favorire nuove idee, generare nuovi e giovani imprenditori , nella fase di impostazione di avvio delle attività, per porre basi solide ad una crescita duratura e trasparente.
Per questo motivo consideriamo fondamentale, questo presente, come un tempo quanto mai opportuno per instillare dinamiche di sviluppo del territorio, incentivando sempre più la filiera dei saperi specifica tra territorio, Scuola, Università, Enti e Istituzioni, patrimoni storici come l’Istituto Musicale Giovanni Paisiello, l’Orchestra della Magna Grecia (eccellenze territoriali da preservare), sistema delle Imprese, sistema sociale, mondo dell’Associazionismo laico e religioso, la stessa Chiesa.
Sviluppo sostenibile, impegno, democrazia, partecipazione, corresponsabilità, legalità ed etica sono, in definitiva, il presupposto ineludibile per tutti gli attori sociali ed istituzionali impegnati nel costruire ed alimentare, definitivamente, speranza e una economia sana, per un nuovo e solido futuro di questo importante territorio del nostro Mezzogiorno d’Italia e d’Europa.
Antonio Castellucci