Anche quest’anno la città di Taranto è stata inserita tra le sei tappe italiane della mostra itinerante, composta di 37 pannelli espositivi, La razza nemica. La propaganda antisemita nazista e fascista “grazie – ha spiegato il consigliere regionale Gianni Liviano nel corso della conferenza stampa di questa mattina – al grande successo dell’anno scorso quando la mostra fu visitata da migliaia di persone e vide il coinvolgimento di alcuni istituti superiori di secondo grado della città oltre alla collaborazione dell’Ufficio scolastico provinciale e del Comitato qualità della vita questi ultimi due nuovamente partner dell’edizione di quest’anno insieme all’associazione Le città che vogliamo”.
La mostra, finanziata dall’ UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (organo del Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri), sarà visitabile dall’1 al 16 aprile e gode del patrocinio morale dei Comuni di Crispiano, Faggiano, San Giorgio Jonico, Statte nonchè degli istituti “Belisario-Sforza” di Ginosa-Palagiano-Palagianello e “Leonardo da Vinci” di Monteiasi-Montemesola.
L’appuntamento di quest’anno si arricchisce, ha spiegato Liviano fautore dell’importante iniziativa, della partecipazione dei Comuni di San Giorgio Jonico, Faggiano, Palagiano, Crispiano, Statte e Montemesola che hanno chiesto di poter ospitare la mostra itinerante. “Una richiesta – ha sottolineato il consigliere regionale tarantino – che è stata subito accolta favorevolmente da noi che dai responsabili della Fondazione Museo della Shoah dal momento che uno degli scopi principali dell’iniziativa è quello di provare a lanciare un importante messaggio alle nuove generazioni che di quanto accaduto hanno conoscenza soltanto attraverso i libri di storia. Non ci può essere storia se non si guarda al futuro. La memoria ha un senso solo se ha il coraggio e l’audacia di guardare al futuro per questo è importante che siano i giovani a interessarsi a queste importanti dinamiche”.
A Taranto la mostra sarà ospitata nel chiostro dell’Istituto musicale Paisiello e potrà essere visitata i giorni 10 (a partire dalle ore 16, subito dopo la cerimonia di inaugurazione alla quale oltre alle autorità interverranno il prof. Amedeo Osti Guerrazzi e il prof. Marco Caviglia della Fondazione Museo della Shoah), 11 e 12 dalle ore 9 alle ore 19.
Ospiti di riguardo della mostra saranno Andra e Tatiana Bucci, le due sorelle di origine ebraica superstiti dell’Olocausto, testimoni attive della Shoah italiana e autrici di memorie sulla loro esperienza a Auschwitz. “Le sorelle Bucci, insieme alla dott.ssa Micaela Felicioni della Fondazione Museo della Shoah – ha reso noto Liviano – la sera di giovedì 11 aprile parteciperanno ad una iniziativa pubblica che si terrà alle ore 18.30 nel Salone di rappresentanza della Provincia mentre il giorno dopo, la mattina del 12, incontreranno gli studenti di Taranto, nella sala riunioni del Dipartimento jonico di Studi giuridici, e quelli di Statte nella scuola Leonardo da Vinci”.
Per quanto riguarda gli altri appuntamenti, la mostra sarà a San Giorgio Jonico l’1 e 2 aprile (9/12.30-16/19.30) nella sede dell’associazione culturale “Lino Agnini” in piazza San Giorgio; a Faggiano il 3 e 4 aprile (9/14-15-19) nella sala consiliare del Comune; a Palagiano il 5 e 6 aprile (9/14-15/19) all’interno dell’Istituto Belisario-Sforza; a Crispiano il 7 e 8 aprile (domenica 7 dalle ore 9 alle 13 nella sala consiliare del Comune; lunedì 8 dalle ore 9/13-16/18 nell’istituto comprensivo “Francesco Severi”); a Statte il 13 e 14 aprile (10/12-17.30/20) all’Arcitenda in via Piave; a Montemesola il 15 e 16 aprile (9/14-16.30/19) nella scuola secondaria “G. Pascoli”.
Alla conferenza stampa sono intervenuti il prof. Raffaele Spada in rappresentanza del prof. Antonio d’Itollo, dirigente USR Puglia Ufficio VII Taranto, e il prof. Carmine Carlucci del Comitato qualità della vita i quali hanno sottolineato la valenza dell’iniziativa sottolineando come i genocidi siano in agguato e non vanno sottovalutati per cui ricordare il passato può contribuire a far sì che simili periodi restino confinati nelle pagine dei libri di storia.
Il percorso espositivo si snoda su un duplice piano narrativo: da una parte viene offerto uno sguardo sull’evoluzione dell’antisemitismo in Europa all’inizio del ‘900, in particolare sulla fase finale caratterizzata da motivazioni genetiche e biologiche e non più solo teologiche, socio-economiche e culturali e, dall’altra, viene raccontato il ruolo della propaganda nazista e fascista che ha caratterizzato la cosiddetta società di massa, grazie alla nascita e alla diffusione di “nuovi” media come la radio, il cinema e successivamente la televisione.
L’esposizione si chiude con un’analisi sulle conseguenze che la propaganda ha avuto sulla sorte degli ebrei d’Europa, dalle misure persecutorie, con l’emanazione delle Leggi di Norimberga (1935) e l’istituzione dei ghetti, che sancirono l’isolamento degli ebrei dal resto della popolazione, per arrivare alle deportazioni e allo sterminio fisico nei campi di morte.